31 ottobre 2020. Muore Sean Connery, il leggendario James Bond.

Sean Connery, l’uomo che divenne leggenda
Sean Connery nasce a Edimburgo nel 1930 da una famiglia modesta.
Figlio di un camionista e di una cameriera, cresce con il sogno dello spettacolo.
A undici anni prende lezioni di danza classica dalla ballerina svedese Yat Malmgren, dimostrando presto disciplina e determinazione.
Dopo aver lasciato la scuola a tredici anni, si arruola nella Marina britannica, ma un’ulcera lo costringe al congedo.
La vita civile lo porta a fare mille mestieri: muratore, bagnino, verniciatore di bare, persino modello per l’Accademia d’Arte di Edimburgo.
Nel 1953 arriva terzo al concorso di Mister Universo e da quel momento tutto cambia.
Dalle prime apparizioni a James Bond
Herbert Wilcox lo nota e lo scrittura per Le armi del re (1954).
Seguono ruoli minori in televisione e nel cinema fino a Darby O’Gill e il Re dei Folletti (1959), produzione Disney che ne rivela il fascino.
Nel 1962 la svolta definitiva: ottiene il ruolo dell’agente segreto James Bond in Agente 007 – Licenza di uccidere.
La frase «Il mio nome è Bond. James Bond» diventa leggenda.
Connery incarna eleganza, ironia e virilità in sette film della saga, da Licenza di uccidere (1962) a Mai dire mai (1983).
Dietro lo smoking, però, c’è un attore capace di molto di più.

Oltre l’agente 007
Connery si mette alla prova con Alfred Hitchcock in Marnie (1964) e con Sidney Lumet in La collina del disonore (1965).
Lavora con registi come John Boorman, John Huston e Jean-Jacques Annaud, costruendo una carriera impeccabile.
Nel 1986 interpreta Guglielmo da Baskerville ne Il nome della rosa, vincendo il BAFTA come miglior attore.
L’anno successivo conquista l’Oscar come miglior attore non protagonista per Gli intoccabili di Brian De Palma, dove è il poliziotto Jim Malone.
La sua filmografia si arricchisce di titoli memorabili come Indiana Jones e l’ultima crociata, Caccia a Ottobre Rosso e The Rock.
Un cavaliere scozzese dal cuore libero
Scozzese fino al midollo, Connery resta legato alla sua terra natale.
Sostiene a lungo la causa dell’indipendenza della Scozia e devolve parte dei suoi guadagni in beneficenza.
Il suo stile di vita resta sobrio, lontano dagli eccessi di Hollywood, tra golf e serenità familiare accanto alla moglie Micheline Roquebrune.
Nel 2000 viene nominato Sir dalla Regina Elisabetta, riconoscimento che suggella una carriera già immortale.
Nel 2003 gira il suo ultimo film, La leggenda degli uomini straordinari, poi si ritira dal cinema.
Colpito da problemi di salute, vive tra la Spagna e le Bahamas, dove si spegne serenamente nel sonno il 31 ottobre 2020, all’età di 90 anni.
Per milioni di spettatori, sarà sempre lui l’agente 007: fascino e leggenda senza tempo.
LPP
Sean Connery, l’uomo che divenne leggenda
Sean Connery nasce a Edimburgo nel 1930 da una famiglia modesta.
Figlio di un camionista e di una cameriera, cresce con il sogno dello spettacolo.
A undici anni prende lezioni di danza classica dalla ballerina svedese Yat Malmgren, dimostrando presto disciplina e determinazione.
Dopo aver lasciato la scuola a tredici anni, si arruola nella Marina britannica, ma un’ulcera lo costringe al congedo.
La vita civile lo porta a fare mille mestieri: muratore, bagnino, verniciatore di bare, persino modello per l’Accademia d’Arte di Edimburgo.
Nel 1953 arriva terzo al concorso di Mister Universo e da quel momento tutto cambia.
Dalle prime apparizioni a James Bond
Herbert Wilcox lo nota e lo scrittura per Le armi del re (1954).
Seguono ruoli minori in televisione e nel cinema fino a Darby O’Gill e il Re dei Folletti (1959), produzione Disney che ne rivela il fascino.
Nel 1962 la svolta definitiva: ottiene il ruolo dell’agente segreto James Bond in Agente 007 – Licenza di uccidere.
La frase «Il mio nome è Bond. James Bond» diventa leggenda.
Connery incarna eleganza, ironia e virilità in sette film della saga, da Licenza di uccidere (1962) a Mai dire mai (1983).
Dietro lo smoking, però, c’è un attore capace di molto di più.

Oltre l’agente 007
Connery si mette alla prova con Alfred Hitchcock in Marnie (1964) e con Sidney Lumet in La collina del disonore (1965).
Lavora con registi come John Boorman, John Huston e Jean-Jacques Annaud, costruendo una carriera impeccabile.
Nel 1986 interpreta Guglielmo da Baskerville ne Il nome della rosa, vincendo il BAFTA come miglior attore.
L’anno successivo conquista l’Oscar come miglior attore non protagonista per Gli intoccabili di Brian De Palma, dove è il poliziotto Jim Malone.
La sua filmografia si arricchisce di titoli memorabili come Indiana Jones e l’ultima crociata, Caccia a Ottobre Rosso e The Rock.
Un cavaliere scozzese dal cuore libero
Scozzese fino al midollo, Connery resta legato alla sua terra natale.
Sostiene a lungo la causa dell’indipendenza della Scozia e devolve parte dei suoi guadagni in beneficenza.
Il suo stile di vita resta sobrio, lontano dagli eccessi di Hollywood, tra golf e serenità familiare accanto alla moglie Micheline Roquebrune.
Nel 2000 viene nominato Sir dalla Regina Elisabetta, riconoscimento che suggella una carriera già immortale.
Nel 2003 gira il suo ultimo film, La leggenda degli uomini straordinari, poi si ritira dal cinema.
Colpito da problemi di salute, vive tra la Spagna e le Bahamas, dove si spegne serenamente nel sonno il 31 ottobre 2020, all’età di 90 anni.
Per milioni di spettatori, sarà sempre lui l’agente 007: fascino e leggenda senza tempo.
LPP

















































































