5 luglio 2017. Muore Joaquín Navarro Valls, portavoce di Giovanni Paolo II.

Il 5 luglio 2017, a Roma, si spegne Joaquín Navarro Valls.
Ha 80 anni.
Ma per chi ha seguito il pontificato di Giovanni Paolo II, il suo volto è impresso nella memoria come quello di un portavoce dallo sguardo fermo, la voce chiara, il tono sempre misurato.
Navarro Valls é l’uomo che sa interpretare e trasmettere, con empatia e rigore, la visione del Papa a milioni di persone nel mondo.
Joaquín Navarro Valls, dalla medicina al giornalismo, fino alla Santa Sede
Nasce a Cartagena, in Spagna, il 16 novembre 1936.
Studia medicina, si laurea in chirurgia e psichiatria.
Poi cambia rotta, e abbraccia il giornalismo.
A Roma si forma come corrispondente estero per il quotidiano ABC, viaggia, scrive, osserva.
E nel 1984, Papa Wojtyła lo chiama a guidare la Sala Stampa Vaticana.
È la prima volta che quel ruolo viene affidato a un laico.
Navarro Valls non ha la rigidità dei burocrati né la frenesia dei cronisti.
Conosce il valore del silenzio, il peso di ogni parola.
Accompagna Giovanni Paolo II in oltre 100 viaggi internazionali, raccontandone i gesti, le fatiche, la spiritualità.
Anche nel periodo più difficile, quello della malattia del Papa, non smette di esserci.
Informa il mondo, ma con delicatezza.
Protegge, più che espone.
E quando arriva Benedetto XVI, resta ancora un anno, poi si ritira con grazia.
Un addio sobrio, come il suo stile
Joaquín Navarro Valls muore a Roma dopo una lunga malattia.
I funerali si celebrano in forma privata, come lui aveva voluto.
Il suo nome non fa scalpore, ma lascia una scia luminosa in chi conosce l’arte della comunicazione rispettosa, intelligente, profonda.
Oggi, in un tempo dove tutto corre e si espone, il suo esempio appare ancora più prezioso.
Come un invito a tornare all’essenziale.
Alle parole pensate e al servizio silenzioso.
Il 5 luglio 2017, a Roma, si spegne Joaquín Navarro Valls.
Ha 80 anni.
Ma per chi ha seguito il pontificato di Giovanni Paolo II, il suo volto è impresso nella memoria come quello di un portavoce dallo sguardo fermo, la voce chiara, il tono sempre misurato.
Navarro Valls é l’uomo che sa interpretare e trasmettere, con empatia e rigore, la visione del Papa a milioni di persone nel mondo.
Joaquín Navarro Valls, dalla medicina al giornalismo, fino alla Santa Sede
Nasce a Cartagena, in Spagna, il 16 novembre 1936.
Studia medicina, si laurea in chirurgia e psichiatria.
Poi cambia rotta, e abbraccia il giornalismo.
A Roma si forma come corrispondente estero per il quotidiano ABC, viaggia, scrive, osserva.
E nel 1984, Papa Wojtyła lo chiama a guidare la Sala Stampa Vaticana.
È la prima volta che quel ruolo viene affidato a un laico.
Navarro Valls non ha la rigidità dei burocrati né la frenesia dei cronisti.
Conosce il valore del silenzio, il peso di ogni parola.
Accompagna Giovanni Paolo II in oltre 100 viaggi internazionali, raccontandone i gesti, le fatiche, la spiritualità.
Anche nel periodo più difficile, quello della malattia del Papa, non smette di esserci.
Informa il mondo, ma con delicatezza.
Protegge, più che espone.
E quando arriva Benedetto XVI, resta ancora un anno, poi si ritira con grazia.
Un addio sobrio, come il suo stile
Joaquín Navarro Valls muore a Roma dopo una lunga malattia.
I funerali si celebrano in forma privata, come lui aveva voluto.
Il suo nome non fa scalpore, ma lascia una scia luminosa in chi conosce l’arte della comunicazione rispettosa, intelligente, profonda.
Oggi, in un tempo dove tutto corre e si espone, il suo esempio appare ancora più prezioso.
Come un invito a tornare all’essenziale.
Alle parole pensate e al servizio silenzioso.