5 luglio 2021. Addio a Raffaella Carrà, la vera Regina dello spettacolo italiano.

Se n’è andata in silenzio, come una vera regina che sa quando è il momento di lasciare la scena.
Il 5 luglio 2021, Raffaella Carrà ha spento le luci della sua vita dopo aver affrontato con dignità e riservatezza una malattia che non ha mai rivelato a nessuno.
Ma la sua partenza ha scatenato un’ondata di emozione in tutto il Paese.
Perché la sua scomparsa segna la perdita di qualcosa di più grande di qualsiasi showgirl. Si spegne una luce fondamentale nell’identità collettiva italiana: un simbolo vivente di libertà, leggerezza e intelligenza.
Sin da giovanissima, con quel suo iconico caschetto biondo e uno sguardo che esprimeva sicurezza, Raffaella si è fatta notare sul grande schermo.
Da Bologna a Roma, poi in Spagna e nel mondo intero, non era semplicemente un volto della televisione; era una forza magnetica che attraversava lo schermo con energia contagiosa.
Cantava, ballava e comunicava col pubblico senza alcun filtro.
Raffaella Carrà: talento, coraggio e leggerezza
Nata nel 1943, Raffaella Carrà, all’anagrafe Raffaella Maria Roberta Pelloni ha dentro di sé una voglia di fare e un’energia contagiosa.
Nel mondo dello spettacolo entra presto, ma è nella prima metà degli anni Sessanta che avviene una svolta.
Il regista Dante Guardamagna, appassionato di pittura, le suggerisce di adottare lo pseudonimo “Carrà”, come il futurista Carlo Carrà e Raffaella, come Raffaello Sanzio, due pittori, due mondi e lei, proprio come loro, inizia a dipingere un nuovo immaginario popolare.
Con Canzonissima, Fantastico, Pronto, Raffaella? e tante altre trasmissioni, rivoluziona il modo di stare sul palco.
È stata pioniera in molti modi: per prima ha mostrato il suo ombelico in prima serata con ironia anziché provocazione.
Il famoso Tuca Tuca inizialmente suscitò scandalo ma divenne presto un momento liberatorio per molte donne italiane degli anni ’70.
Dietro gli scintillii delle paillettes si celava però una donna profonda, determinata e piena di coerenza.
Le sue canzoni avevano messaggi chiari e forti; “A far l’amore comincia tu” andava ben oltre essere semplicemente un successo radiofonico, era un vero manifesto per l’autonomia femminile e l’amore consapevole.
Pur non entrando direttamente nella politica tradizionale, il modo in cui viveva la propria vita era già una forma potente di attivismo: vicina alle donne, alla comunità LGBT e a chiunque si sentisse emarginato.
Il saluto che diventa festa
Quando muore, Raffaella chiede un funerale semplice: vuole solo le sue canzoni, e le persone che l’hanno amata.
E così succede.
Roma la saluta con un applauso, e poi balla.
Perché se c’è una cosa che ci ha insegnato, è che si può affrontare tutto – anche l’addio – con un po’ di musica e con il cuore aperto.
Se n’è andata in silenzio, come una vera regina che sa quando è il momento di lasciare la scena.
Il 5 luglio 2021, Raffaella Carrà ha spento le luci della sua vita dopo aver affrontato con dignità e riservatezza una malattia che non ha mai rivelato a nessuno.
Ma la sua partenza ha scatenato un’ondata di emozione in tutto il Paese.
Perché la sua scomparsa segna la perdita di qualcosa di più grande di qualsiasi showgirl. Si spegne una luce fondamentale nell’identità collettiva italiana: un simbolo vivente di libertà, leggerezza e intelligenza.
Sin da giovanissima, con quel suo iconico caschetto biondo e uno sguardo che esprimeva sicurezza, Raffaella si è fatta notare sul grande schermo.
Da Bologna a Roma, poi in Spagna e nel mondo intero, non era semplicemente un volto della televisione; era una forza magnetica che attraversava lo schermo con energia contagiosa.
Cantava, ballava e comunicava col pubblico senza alcun filtro.
Raffaella Carrà: talento, coraggio e leggerezza
Nata nel 1943, Raffaella Carrà, all’anagrafe Raffaella Maria Roberta Pelloni ha dentro di sé una voglia di fare e un’energia contagiosa.
Nel mondo dello spettacolo entra presto, ma è nella prima metà degli anni Sessanta che avviene una svolta.
Il regista Dante Guardamagna, appassionato di pittura, le suggerisce di adottare lo pseudonimo “Carrà”, come il futurista Carlo Carrà e Raffaella, come Raffaello Sanzio, due pittori, due mondi e lei, proprio come loro, inizia a dipingere un nuovo immaginario popolare.
Con Canzonissima, Fantastico, Pronto, Raffaella? e tante altre trasmissioni, rivoluziona il modo di stare sul palco.
È stata pioniera in molti modi: per prima ha mostrato il suo ombelico in prima serata con ironia anziché provocazione.
Il famoso Tuca Tuca inizialmente suscitò scandalo ma divenne presto un momento liberatorio per molte donne italiane degli anni ’70.
Dietro gli scintillii delle paillettes si celava però una donna profonda, determinata e piena di coerenza.
Le sue canzoni avevano messaggi chiari e forti; “A far l’amore comincia tu” andava ben oltre essere semplicemente un successo radiofonico, era un vero manifesto per l’autonomia femminile e l’amore consapevole.
Pur non entrando direttamente nella politica tradizionale, il modo in cui viveva la propria vita era già una forma potente di attivismo: vicina alle donne, alla comunità LGBT e a chiunque si sentisse emarginato.
Il saluto che diventa festa
Quando muore, Raffaella chiede un funerale semplice: vuole solo le sue canzoni, e le persone che l’hanno amata.
E così succede.
Roma la saluta con un applauso, e poi balla.
Perché se c’è una cosa che ci ha insegnato, è che si può affrontare tutto – anche l’addio – con un po’ di musica e con il cuore aperto.