7 giugno 1967. Muore Dorothy Parker, la penna tagliente della Grande Mela.

Dorothy Parker nasce il 22 agosto 1893 a Long Branch, nel New Jersey.
Cresce a New York, dove sviluppa presto il suo talento per la scrittura e per l’osservazione acuta della società.
Diventa famosa come poetessa, critica letteraria e autrice di racconti, contribuendo con i suoi testi alla rivista The New Yorker.
Una voce fuori dal coro
Dorothy Parker si fa conoscere per la sua partecipazione alla Tavola Rotonda dell’Algonquin, un gruppo di intellettuali e artisti che si ritrovano negli anni ’20 per discutere, ironizzare e creare.
Con i suoi aforismi, battute e poesie, Parker diventa un simbolo dell’intelligenza caustica e della critica sociale.
I suoi racconti e le sue poesie raccontano con acume e sensibilità la vita delle donne, le relazioni amorose, i sogni infranti e le fragilità umane.
Opere come Big Blonde le valgono premi e riconoscimenti, e il suo nome diventa sinonimo di arguzia e talento.
Dorothy Parker, l’ impegno oltre la letteratura
Oltre alla sua attività di scrittrice, Dorothy Parker si impegna anche come attivista per i diritti civili e la giustizia sociale.
Sostiene il movimento per i diritti degli afroamericani e partecipa a campagne per la difesa dei diritti umani.
La sua vita personale, segnata da amori turbolenti e momenti di depressione, si riflette nella sua scrittura, sempre sincera e pungente.
L’ultimo saluto
Il 7 giugno 1967, Dorothy Parker muore a New York, a 73 anni.
Viene cremata e, dopo una lunga vicenda legale, le sue ceneri sono state sepolte nel cimitero del Baltimora National Cemetery, nel Maryland.
Solo nel 2020 i suoi resti hanno trovato una collocazione definitiva nel cimitero di Woodlawn, nel Bronx.
Un luogo scelto non a caso, tra le tombe di altri giganti della cultura americana.
Dorothy Parker continua a essere letta e amata per il suo stile brillante e la sua capacità di raccontare la vita senza ipocrisie.
La sua voce resta un simbolo di libertà, intelligenza e ironia, un faro per chi cerca nella scrittura uno specchio della realtà e una sfida alle convenzioni.
V.P.
Dorothy Parker nasce il 22 agosto 1893 a Long Branch, nel New Jersey.
Cresce a New York, dove sviluppa presto il suo talento per la scrittura e per l’osservazione acuta della società.
Diventa famosa come poetessa, critica letteraria e autrice di racconti, contribuendo con i suoi testi alla rivista The New Yorker.
Una voce fuori dal coro
Dorothy Parker si fa conoscere per la sua partecipazione alla Tavola Rotonda dell’Algonquin, un gruppo di intellettuali e artisti che si ritrovano negli anni ’20 per discutere, ironizzare e creare.
Con i suoi aforismi, battute e poesie, Parker diventa un simbolo dell’intelligenza caustica e della critica sociale.
I suoi racconti e le sue poesie raccontano con acume e sensibilità la vita delle donne, le relazioni amorose, i sogni infranti e le fragilità umane.
Opere come Big Blonde le valgono premi e riconoscimenti, e il suo nome diventa sinonimo di arguzia e talento.
Dorothy Parker, l’ impegno oltre la letteratura
Oltre alla sua attività di scrittrice, Dorothy Parker si impegna anche come attivista per i diritti civili e la giustizia sociale.
Sostiene il movimento per i diritti degli afroamericani e partecipa a campagne per la difesa dei diritti umani.
La sua vita personale, segnata da amori turbolenti e momenti di depressione, si riflette nella sua scrittura, sempre sincera e pungente.
L’ultimo saluto
Il 7 giugno 1967, Dorothy Parker muore a New York, a 73 anni.
Viene cremata e, dopo una lunga vicenda legale, le sue ceneri sono state sepolte nel cimitero del Baltimora National Cemetery, nel Maryland.
Solo nel 2020 i suoi resti hanno trovato una collocazione definitiva nel cimitero di Woodlawn, nel Bronx.
Un luogo scelto non a caso, tra le tombe di altri giganti della cultura americana.
Dorothy Parker continua a essere letta e amata per il suo stile brillante e la sua capacità di raccontare la vita senza ipocrisie.
La sua voce resta un simbolo di libertà, intelligenza e ironia, un faro per chi cerca nella scrittura uno specchio della realtà e una sfida alle convenzioni.
V.P.