Andrea Camilleri lasciava questa Terra il 17 luglio 2019.

Andrea Camilleri, il Maestro Camilleri, lasciava questa Terra il 17 luglio 2019.
“Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano“.
Così rispondeva Andrea Camilleri a chi gli chiedeva come mai a 93 anni non si fosse ancora deciso ad andare in pensione. Come mai, nonostante gli occhi da tempo si fossero spenti, continuasse a impastare realtà e fantasia in quella sua lingua eccezionale, il vigatese, che non aveva alcun corrispettivo nella realtà, ma che finiva per essere più concreta che mai.
Non si può smettere di fare ciò per cui si è nati. E il Maestro siciliano era nato per raccontare storie.
“Il prezzo del biglietto” che contiene tutto. Quando nasciamo, ci viene consegnato un biglietto invisibile.
Un ticket, lo chiama Andrea Camilleri.
Un foglio misterioso, indecifrabile, in cui – secondo il maestro – è già scritto tutto.
Ogni amore, ogni malattia, ogni successo o caduta.
C’è scritto persino il giorno e l’ora della nostra morte.
È nel prezzo del biglietto, dice lui.
Eppure viviamo come se quel biglietto non esistesse.
Ci aggrappiamo all’illusione del controllo, dell’imprevisto come incidente, del tempo come illimitato.
La vecchiaia non è una sorpresa
Camilleri non accetta la tristezza che accompagna molti alla vecchiaia.
Non la capisce, la contesta.
“Non lo sapevi che si invecchia?” chiede, con quella lucidità spiazzante che lo ha sempre contraddistinto.
Per lui l’invecchiamento non è una tragedia.
È una tappa, una stazione già indicata sul nostro percorso.
Un fatto da affrontare con la stessa consapevolezza con cui da giovani ci prepariamo alla vita.
Ci alleniamo a vivere, studiamo, amiamo, rischiamo.
Allora, perché non prepararci anche alla fine?
Il prezzo del biglietto: la morte come parte del viaggio
Nella visione di Camilleri, la morte non è una nemica.
Non è neppure una sorpresa.
È scritta nel biglietto, dice.
E se accettiamo questa semplice verità, allora non c’è spazio per la disperazione.
L’accettazione non è rassegnazione.
È comprensione profonda della natura delle cose.
Tutto ha un inizio e una fine.
E proprio perché c’è una fine, ogni attimo acquista valore.
Ci manchi tanto Maestro Camilleri.
Laura Persico Pezzino
Andrea Camilleri, il Maestro Camilleri, lasciava questa Terra il 17 luglio 2019.
“Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano“.
Così rispondeva Andrea Camilleri a chi gli chiedeva come mai a 93 anni non si fosse ancora deciso ad andare in pensione. Come mai, nonostante gli occhi da tempo si fossero spenti, continuasse a impastare realtà e fantasia in quella sua lingua eccezionale, il vigatese, che non aveva alcun corrispettivo nella realtà, ma che finiva per essere più concreta che mai.
Non si può smettere di fare ciò per cui si è nati. E il Maestro siciliano era nato per raccontare storie.
“Il prezzo del biglietto” che contiene tutto. Quando nasciamo, ci viene consegnato un biglietto invisibile.
Un ticket, lo chiama Andrea Camilleri.
Un foglio misterioso, indecifrabile, in cui – secondo il maestro – è già scritto tutto.
Ogni amore, ogni malattia, ogni successo o caduta.
C’è scritto persino il giorno e l’ora della nostra morte.
È nel prezzo del biglietto, dice lui.
Eppure viviamo come se quel biglietto non esistesse.
Ci aggrappiamo all’illusione del controllo, dell’imprevisto come incidente, del tempo come illimitato.
La vecchiaia non è una sorpresa
Camilleri non accetta la tristezza che accompagna molti alla vecchiaia.
Non la capisce, la contesta.
“Non lo sapevi che si invecchia?” chiede, con quella lucidità spiazzante che lo ha sempre contraddistinto.
Per lui l’invecchiamento non è una tragedia.
È una tappa, una stazione già indicata sul nostro percorso.
Un fatto da affrontare con la stessa consapevolezza con cui da giovani ci prepariamo alla vita.
Ci alleniamo a vivere, studiamo, amiamo, rischiamo.
Allora, perché non prepararci anche alla fine?
Il prezzo del biglietto: la morte come parte del viaggio
Nella visione di Camilleri, la morte non è una nemica.
Non è neppure una sorpresa.
È scritta nel biglietto, dice.
E se accettiamo questa semplice verità, allora non c’è spazio per la disperazione.
L’accettazione non è rassegnazione.
È comprensione profonda della natura delle cose.
Tutto ha un inizio e una fine.
E proprio perché c’è una fine, ogni attimo acquista valore.
Ci manchi tanto Maestro Camilleri.
Laura Persico Pezzino


















































































