Epitaffi d’autore, “Ollio” Oliver Hardy.

Epitaffi d’Autore, l’ultima parola prima della parola “fine”.
Alcuni se ne vanno in punta di piedi, altri improvvisamente, quasi con un “colpo di teatro”.
In questa rubrica, che abbiamo chiamato Epitaffi d’Autore, vogliamo dare “l’ultima parola” a coloro, noti e meno noti, che hanno saputo lasciare il segno… con una sola frase.
Epitaffi che fanno pensare e persino sorridere.
Perché anche la fine, se scritta bene, merita un applauso.
Il volto tondo della risata
Oliver Hardy nasce nel 1892 in Georgia, nel profondo Sud degli Stati Uniti.
Diventa celebre in tutto il mondo come metà del duo comico più amato del cinema muto e sonoro: Stanlio e Ollio.
Con il suo fisico imponente, lo sguardo affranto e quella gestualità lenta e teatrale, incarna un personaggio goffo ma irresistibilmente umano.
Accanto a Stan Laurel, dà vita a una coppia che attraversa i decenni con la forza dell’ironia senza tempo.
Negli anni Quaranta, la salute di Hardy inizia a peggiorare.
Nel 1956 è colpito da un grave ictus che lo lascia parzialmente paralizzato e lo costringe ad abbandonare le scene.
Si spegne l’anno successivo, il 7 agosto 1957, a Los Angeles.
Viene sepolto nel Forest Lawn Memorial Park di Glendale, il cimitero delle stelle.
L’epitaffio

«A genius of comedy. His talent brought joy and laughter to all the world. »
«Un genio della comicità. Il suo talento portò gioia e risate in tutto il mondo.»
Un commiato lieve, come una risata
L’epitaffio di Oliver Hardy è sobrio, privo di orpelli, ma colpisce dritto al cuore.
Non c’è ironia, né ambiguità, solo un tributo sincero.
La frase non è scritta in prima persona, ma sembra voler racchiudere la voce collettiva del pubblico che lo ha amato.
Non parla di lui come uomo, ma come artista: la sua identità coincide con il dono che ha offerto al mondo.
Hardy, che in scena cadeva con grazia, lascia il palcoscenico con altrettanta delicatezza.
Il suo epitaffio è come uno di quei sorrisi lievi che restano sulle labbra anche dopo il buio.
Epitaffi d’Autore, l’ultima parola prima della parola “fine”.
Alcuni se ne vanno in punta di piedi, altri improvvisamente, quasi con un “colpo di teatro”.
In questa rubrica, che abbiamo chiamato Epitaffi d’Autore, vogliamo dare “l’ultima parola” a coloro, noti e meno noti, che hanno saputo lasciare il segno… con una sola frase.
Epitaffi che fanno pensare e persino sorridere.
Perché anche la fine, se scritta bene, merita un applauso.
Il volto tondo della risata
Oliver Hardy nasce nel 1892 in Georgia, nel profondo Sud degli Stati Uniti.
Diventa celebre in tutto il mondo come metà del duo comico più amato del cinema muto e sonoro: Stanlio e Ollio.
Con il suo fisico imponente, lo sguardo affranto e quella gestualità lenta e teatrale, incarna un personaggio goffo ma irresistibilmente umano.
Accanto a Stan Laurel, dà vita a una coppia che attraversa i decenni con la forza dell’ironia senza tempo.
Negli anni Quaranta, la salute di Hardy inizia a peggiorare.
Nel 1956 è colpito da un grave ictus che lo lascia parzialmente paralizzato e lo costringe ad abbandonare le scene.
Si spegne l’anno successivo, il 7 agosto 1957, a Los Angeles.
Viene sepolto nel Forest Lawn Memorial Park di Glendale, il cimitero delle stelle.
L’epitaffio

«A genius of comedy. His talent brought joy and laughter to all the world. »
«Un genio della comicità. Il suo talento portò gioia e risate in tutto il mondo.»
Un commiato lieve, come una risata
L’epitaffio di Oliver Hardy è sobrio, privo di orpelli, ma colpisce dritto al cuore.
Non c’è ironia, né ambiguità, solo un tributo sincero.
La frase non è scritta in prima persona, ma sembra voler racchiudere la voce collettiva del pubblico che lo ha amato.
Non parla di lui come uomo, ma come artista: la sua identità coincide con il dono che ha offerto al mondo.
Hardy, che in scena cadeva con grazia, lascia il palcoscenico con altrettanta delicatezza.
Il suo epitaffio è come uno di quei sorrisi lievi che restano sulle labbra anche dopo il buio.


















































































