Addio a Angelo Maria Ricci, matita storica di Diabolik.

Angelo Maria Ricci se ne va a 79 anni, lasciando un’eredità incancellabile nel fumetto italiano.
La sua carriera attraversa oltre quarant’anni di pubblicazioni, dal fumetto erotico agli albi per ragazzi, ma è tra le tavole di Martin Mystère e Diabolik che la sua firma si afferma in modo indelebile.
Dagli esordi a Rieti alla Milano del fumetto
Nato a Rieti nel 1946, Ricci si diploma all’Istituto d’Arte e si trasferisce presto a Milano, determinato a trasformare il disegno nella propria professione.
Comincia illustrando racconti e disegnando per Edifumetto, la celebre casa editrice fondata da Renzo Barbieri.
Le sue prime esperienze lo vedono anche collaborare con CorrierBoy, dimostrando subito una notevole versatilità.
Nel 1980 inizia l’avventura con Mister No, con la doppia storia Incontri pericolosi sceneggiata da Alfredo Castelli.
È proprio Castelli, due anni dopo, a volerlo nel team della neonata serie Martin Mystère, dove Ricci lavora fin dal numero 3, pubblicato nel 1982.
Il suo tratto nitido e narrativo contribuisce in modo determinante all’identità visiva del personaggio.
Ricci diventa uno dei disegnatori di riferimento del cosiddetto BVZM, “il Buon Vecchio Zio Marty”.
Tra generi, editori e personaggi iconici
Negli anni ’90, Ricci amplia la sua attività: torna a disegnare per i pocket erotici di Barbieri, lavora per testate per ragazzi come Tiramolla (Vallardi), collabora con Corriere dei Piccoli, Fabbri e De Agostini.
Nel 2001 entra nel team di Diabolik, dove rimane fino al 2023, realizzando decine di storie e diventando uno dei disegnatori più amati dai fan del Re del Terrore.
Nel 2000 si trasferisce a Grottammare, nelle Marche, dove si dedica anche a progetti di divulgazione storica locale con illustrazioni capaci di avvicinare i più giovani alle vicende del passato.
La morte
Angelo Maria Ricci si spegne il 4 agosto 2025 dopo una lunga malattia, che lo aveva costretto ad abbandonare il disegno due anni prima.
Il Comune di Grottammare lo ricorda con affetto, sottolineando l’importanza del suo lavoro «tra immagini, parole e impegno civico».
La sua arte resta viva nelle tavole di personaggi entrati nell’immaginario collettivo e nel cuore di generazioni di lettori.
Angelo Maria Ricci se ne va a 79 anni, lasciando un’eredità incancellabile nel fumetto italiano.
La sua carriera attraversa oltre quarant’anni di pubblicazioni, dal fumetto erotico agli albi per ragazzi, ma è tra le tavole di Martin Mystère e Diabolik che la sua firma si afferma in modo indelebile.
Dagli esordi a Rieti alla Milano del fumetto
Nato a Rieti nel 1946, Ricci si diploma all’Istituto d’Arte e si trasferisce presto a Milano, determinato a trasformare il disegno nella propria professione.
Comincia illustrando racconti e disegnando per Edifumetto, la celebre casa editrice fondata da Renzo Barbieri.
Le sue prime esperienze lo vedono anche collaborare con CorrierBoy, dimostrando subito una notevole versatilità.
Nel 1980 inizia l’avventura con Mister No, con la doppia storia Incontri pericolosi sceneggiata da Alfredo Castelli.
È proprio Castelli, due anni dopo, a volerlo nel team della neonata serie Martin Mystère, dove Ricci lavora fin dal numero 3, pubblicato nel 1982.
Il suo tratto nitido e narrativo contribuisce in modo determinante all’identità visiva del personaggio.
Ricci diventa uno dei disegnatori di riferimento del cosiddetto BVZM, “il Buon Vecchio Zio Marty”.
Tra generi, editori e personaggi iconici
Negli anni ’90, Ricci amplia la sua attività: torna a disegnare per i pocket erotici di Barbieri, lavora per testate per ragazzi come Tiramolla (Vallardi), collabora con Corriere dei Piccoli, Fabbri e De Agostini.
Nel 2001 entra nel team di Diabolik, dove rimane fino al 2023, realizzando decine di storie e diventando uno dei disegnatori più amati dai fan del Re del Terrore.
Nel 2000 si trasferisce a Grottammare, nelle Marche, dove si dedica anche a progetti di divulgazione storica locale con illustrazioni capaci di avvicinare i più giovani alle vicende del passato.
La morte
Angelo Maria Ricci si spegne il 4 agosto 2025 dopo una lunga malattia, che lo aveva costretto ad abbandonare il disegno due anni prima.
Il Comune di Grottammare lo ricorda con affetto, sottolineando l’importanza del suo lavoro «tra immagini, parole e impegno civico».
La sua arte resta viva nelle tavole di personaggi entrati nell’immaginario collettivo e nel cuore di generazioni di lettori.


















































































