Morto Maurice Tempelsman, l’ultimo amore di Jackie Kennedy.

Maurice Tempelsman, l’ultimo amore di Jackie Kennedy: morto a 95 anni il magnate dei diamanti
Non solo John Fitzgerald Kennedy e Aristotele Onassis.
Nella vita di Jacqueline Lee Bouvier Kennedy Onassis c’è stato anche un terzo uomo, meno chiacchierato, più riservato, ma forse il più importante.
Maurice Tempelsman, imprenditore dei diamanti, filantropo e consigliere politico, è stato il compagno silenzioso e devoto dell’ex first lady americana dal 1980 fino alla sua morte nel 1994.
È scomparso il 23 agosto al NewYork-Presbyterian/Weill Cornell Medical Center di Manhattan, all’età di 95 anni, a causa di complicazioni seguite a una caduta.
L’uomo che camminava con Jackie
Per il grande pubblico era “l’uomo che camminava con Jackie a Central Park”, sempre al suo fianco con discrezione e premura.
Per chi conosceva l’ex first lady, invece, Tempelsman rappresentava molto di più: un amore maturo, fatto di intelligenza, rispetto e complicità.
La loro relazione comincia ufficialmente nel 1980, ma i due si erano già incontrati negli anni ’50, quando Maurice aveva organizzato un incontro tra il giovane senatore Kennedy e i rappresentanti dell’industria sudafricana dei diamanti.
Dopo la morte di Onassis, nel 1975, Jackie e Maurice si riavvicinano, uniti da passioni comuni: l’arte, la letteratura francese, i viaggi in Africa e la ricerca di serenità lontano dai riflettori.
L’amore negli anni difficili
Con Tempelsman, Jackie trova pace.
Lontani dal clamore dei tabloid, vivono lunghe passeggiate, cene all’Upper East Side e vacanze a Martha’s Vineyard.
Quando nel 1993 a Jackie viene diagnosticato un linfoma non-Hodgkin, Maurice le resta accanto ogni giorno.
Trasforma una stanza del loro attico sulla Fifth Avenue in ufficio per non lasciarla sola.
Le tiene la mano durante le terapie, le accarezza il viso, le sussurra parole di conforto.
È lui, insieme ai figli Caroline e John Jr., a stringerle la mano nel momento della morte, il 19 maggio 1994.
Al funerale legge con voce rotta dalla commozione la poesia Ithaka di Konstantinos Kavafis, simbolo del viaggio e della vita come avventura.
Non solo compagno, ma figura influente
Maurice Tempelsman non è stato solo il compagno di Jackie Kennedy.
Nato in Belgio nel 1929, di origine ebraica, fuggì con la famiglia dalle persecuzioni naziste nel 1940.
Negli Stati Uniti costruì un impero nel settore dei diamanti, diventando uno degli uomini più influenti del commercio internazionale.
Fu consulente politico di diversi presidenti americani, da John Kennedy a Bill Clinton, e un abile mediatore nelle relazioni tra governi africani e potenze occidentali.
Al tempo stesso, ha sostenuto cause umanitarie e culturali, finanziando la ricerca sull’Hiv in Africa e sostenendo Nelson Mandela dopo la fine dell’apartheid.
L’eredità di un amore discreto
Alla sua morte, lascia tre figli, sei nipoti e sette pronipoti.
Nel testamento, Jackie gli aveva lasciato un solo oggetto: una testa di donna greca in alabastro, simbolo del loro legame fatto di eleganza e intimità, più che di beni materiali.
Un gesto che racchiude l’essenza della loro relazione: amore senza clamore, presenza senza possesso.
Maurice Tempelsman, l’ultimo amore di Jackie Kennedy: morto a 95 anni il magnate dei diamanti
Non solo John Fitzgerald Kennedy e Aristotele Onassis.
Nella vita di Jacqueline Lee Bouvier Kennedy Onassis c’è stato anche un terzo uomo, meno chiacchierato, più riservato, ma forse il più importante.
Maurice Tempelsman, imprenditore dei diamanti, filantropo e consigliere politico, è stato il compagno silenzioso e devoto dell’ex first lady americana dal 1980 fino alla sua morte nel 1994.
È scomparso il 23 agosto al NewYork-Presbyterian/Weill Cornell Medical Center di Manhattan, all’età di 95 anni, a causa di complicazioni seguite a una caduta.
L’uomo che camminava con Jackie
Per il grande pubblico era “l’uomo che camminava con Jackie a Central Park”, sempre al suo fianco con discrezione e premura.
Per chi conosceva l’ex first lady, invece, Tempelsman rappresentava molto di più: un amore maturo, fatto di intelligenza, rispetto e complicità.
La loro relazione comincia ufficialmente nel 1980, ma i due si erano già incontrati negli anni ’50, quando Maurice aveva organizzato un incontro tra il giovane senatore Kennedy e i rappresentanti dell’industria sudafricana dei diamanti.
Dopo la morte di Onassis, nel 1975, Jackie e Maurice si riavvicinano, uniti da passioni comuni: l’arte, la letteratura francese, i viaggi in Africa e la ricerca di serenità lontano dai riflettori.
L’amore negli anni difficili
Con Tempelsman, Jackie trova pace.
Lontani dal clamore dei tabloid, vivono lunghe passeggiate, cene all’Upper East Side e vacanze a Martha’s Vineyard.
Quando nel 1993 a Jackie viene diagnosticato un linfoma non-Hodgkin, Maurice le resta accanto ogni giorno.
Trasforma una stanza del loro attico sulla Fifth Avenue in ufficio per non lasciarla sola.
Le tiene la mano durante le terapie, le accarezza il viso, le sussurra parole di conforto.
È lui, insieme ai figli Caroline e John Jr., a stringerle la mano nel momento della morte, il 19 maggio 1994.
Al funerale legge con voce rotta dalla commozione la poesia Ithaka di Konstantinos Kavafis, simbolo del viaggio e della vita come avventura.
Non solo compagno, ma figura influente
Maurice Tempelsman non è stato solo il compagno di Jackie Kennedy.
Nato in Belgio nel 1929, di origine ebraica, fuggì con la famiglia dalle persecuzioni naziste nel 1940.
Negli Stati Uniti costruì un impero nel settore dei diamanti, diventando uno degli uomini più influenti del commercio internazionale.
Fu consulente politico di diversi presidenti americani, da John Kennedy a Bill Clinton, e un abile mediatore nelle relazioni tra governi africani e potenze occidentali.
Al tempo stesso, ha sostenuto cause umanitarie e culturali, finanziando la ricerca sull’Hiv in Africa e sostenendo Nelson Mandela dopo la fine dell’apartheid.
L’eredità di un amore discreto
Alla sua morte, lascia tre figli, sei nipoti e sette pronipoti.
Nel testamento, Jackie gli aveva lasciato un solo oggetto: una testa di donna greca in alabastro, simbolo del loro legame fatto di eleganza e intimità, più che di beni materiali.
Un gesto che racchiude l’essenza della loro relazione: amore senza clamore, presenza senza possesso.



















































































