A Galatone (LE) esplode caso giudiziario sulla Casa del Commiato.

A Galatone, piccolo comune in provincia di Lecce, esplode un caso giudiziario sulla Casa del Commiato: agenzia funebre accusata di negare l’accesso alle imprese concorrenti.
Un caso che scuote il settore funebre salentino. Questi i fatti.
La Casa del Commiato del paese, inaugurata il 30 novembre 2021 con l’obbligo di essere fruibile da tutte le agenzie funebri senza discriminazioni, sarebbe utilizzata in esclusiva da un solo operatore del settore.
Il comportamento contestato ha dato origine a un vero e proprio contenzioso giudiziario, con accuse pesanti come interruzione di pubblico servizio e turbata libertà del commercio.
L’origine della vicenda
Quando la struttura di via Romolo venne autorizzata dal Comune, la concessione specificava che l’uso dovesse essere garantito a chiunque ne avesse fatto richiesta.
Secondo quanto denunciato, però, il titolare dell’agenzia a cui era stata affidata la gestione avrebbe negato ripetutamente l’accesso ai concorrenti.
Un diniego che, di fatto, costringerebbe i cittadini a rivolgersi unicamente alla stessa impresa, alterando il libero mercato e creando danni economici significativi alle altre realtà del territorio.
L’episodio chiave finito in denuncia
Il caso che ha acceso i riflettori risale al 1° settembre dello scorso anno.
I familiari di un defunto avevano chiesto espressamente di svolgere il commiato nella struttura comunale, ma l’agenzia incaricata non ha potuto accontentarli.
In viva voce, il titolare della Casa del Commiato avrebbe ribadito che la sala era di sua esclusiva proprietà, contravvenendo alle disposizioni dell’autorizzazione comunale.
Da qui la decisione di un’impresa concorrente di rivolgersi alla magistratura, denunciando l’accaduto.
L’intervento del Comune
Il Comune di Galatone, informato dei fatti, ha emesso una diffida formale intimando al gestore di non reiterare comportamenti contrari alla normativa e alle prescrizioni stabilite nell’autorizzazione del 2021.
Nonostante ciò, la situazione non sarebbe cambiata.
Come spiega l’avvocato Roberto De Mitri Aymone, legale dell’agenzia esclusa:
“Ancora oggi nulla è cambiato. L’ultima richiesta del mio assistito risale a fine luglio e non è stata accolta”.
Un caso che apre un dibattito più ampio
La vicenda non riguarda solo la concorrenza tra imprese, ma tocca anche il diritto delle famiglie a scegliere liberamente come e dove organizzare l’ultimo saluto ai propri cari.
La funzione stessa delle case del commiato, nate per offrire dignità e neutralità, rischia di essere messa in discussione se diventano strumento di monopolio.
Ora spetterà alla magistratura chiarire la legittimità dei comportamenti contestati e stabilire se si tratti di violazioni penalmente rilevanti.
A Galatone, piccolo comune in provincia di Lecce, esplode un caso giudiziario sulla Casa del Commiato: agenzia funebre accusata di negare l’accesso alle imprese concorrenti.
Un caso che scuote il settore funebre salentino. Questi i fatti.
La Casa del Commiato del paese, inaugurata il 30 novembre 2021 con l’obbligo di essere fruibile da tutte le agenzie funebri senza discriminazioni, sarebbe utilizzata in esclusiva da un solo operatore del settore.
Il comportamento contestato ha dato origine a un vero e proprio contenzioso giudiziario, con accuse pesanti come interruzione di pubblico servizio e turbata libertà del commercio.
L’origine della vicenda
Quando la struttura di via Romolo venne autorizzata dal Comune, la concessione specificava che l’uso dovesse essere garantito a chiunque ne avesse fatto richiesta.
Secondo quanto denunciato, però, il titolare dell’agenzia a cui era stata affidata la gestione avrebbe negato ripetutamente l’accesso ai concorrenti.
Un diniego che, di fatto, costringerebbe i cittadini a rivolgersi unicamente alla stessa impresa, alterando il libero mercato e creando danni economici significativi alle altre realtà del territorio.
L’episodio chiave finito in denuncia
Il caso che ha acceso i riflettori risale al 1° settembre dello scorso anno.
I familiari di un defunto avevano chiesto espressamente di svolgere il commiato nella struttura comunale, ma l’agenzia incaricata non ha potuto accontentarli.
In viva voce, il titolare della Casa del Commiato avrebbe ribadito che la sala era di sua esclusiva proprietà, contravvenendo alle disposizioni dell’autorizzazione comunale.
Da qui la decisione di un’impresa concorrente di rivolgersi alla magistratura, denunciando l’accaduto.
L’intervento del Comune
Il Comune di Galatone, informato dei fatti, ha emesso una diffida formale intimando al gestore di non reiterare comportamenti contrari alla normativa e alle prescrizioni stabilite nell’autorizzazione del 2021.
Nonostante ciò, la situazione non sarebbe cambiata.
Come spiega l’avvocato Roberto De Mitri Aymone, legale dell’agenzia esclusa:
“Ancora oggi nulla è cambiato. L’ultima richiesta del mio assistito risale a fine luglio e non è stata accolta”.
Un caso che apre un dibattito più ampio
La vicenda non riguarda solo la concorrenza tra imprese, ma tocca anche il diritto delle famiglie a scegliere liberamente come e dove organizzare l’ultimo saluto ai propri cari.
La funzione stessa delle case del commiato, nate per offrire dignità e neutralità, rischia di essere messa in discussione se diventano strumento di monopolio.
Ora spetterà alla magistratura chiarire la legittimità dei comportamenti contestati e stabilire se si tratti di violazioni penalmente rilevanti.



















































































