Rovigo: in chiesa un “tappeto” con i nomi dei bambini palestinesi e israeliani morti.

Un memoriale di dolore e speranza
A Rovigo nella chiesa di San Bartolomeo: un “tappeto” con i nomi dei bambini palestinesi e israeliani morti. Il silenzio si fa preghiera davanti a un lenzuolo bianco lungo 16 metri.
Disteso lungo tutta la navata centrale e fino all’altare, il telo reca scritti uno per uno i nomi e le età dei 12.211 bambini palestinesi e israeliani uccisi dal 7 ottobre 2023, giorno in cui è riesploso il conflitto tra Israele e Palestina.
Un “tappeto di memoria” che attraversa lo spazio sacro e lo riempie di commozione, trasformandosi in un potente simbolo di ricordo e pace.
Un gesto che unisce le vittime oltre ogni confine
Su quel lenzuolo non ci sono bandiere né schieramenti, solo nomi.
Ogni riga è una vita spezzata, un’infanzia cancellata dalla violenza.
Il parroco don Andrea Varliero ha voluto che la comunità ricordasse i più piccoli, al di là di ogni appartenenza, per restituire dignità e voce a chi non può più parlare.
«Abbiamo realizzato il lenzuolo ripercorrendo la lista letta dal cardinale Andrea Zuppi lo scorso agosto – spiega don Varliero –. Noi abbiamo ricordato tutti i nomi in occasione della festa di San Francesco, patrono della pace».

La luce di una candela per i piccoli del mondo
Sull’altare, una candela accesa brucia all’interno di un portacandela che raffigura una colomba della pace, simbolo universale di speranza.
La sua fiamma illumina i nomi dei bambini, come se volesse vegliare su di loro, donando luce dove la guerra ha portato oscurità.
Ogni passo lungo la navata diventa così un cammino di riflessione e compassione, un invito a fermarsi e a pensare alle conseguenze disumane dei conflitti.
Rovigo e il messaggio di pace universale
L’iniziativa ha toccato profondamente la comunità di Rovigo, che ha risposto con partecipazione e commozione.
Il lenzuolo bianco nella chiesa di San Bartolomeo non è solo un tributo, ma anche un appello silenzioso alla pace, un invito a riconoscere nell’altro non un nemico, ma un essere umano. Il “tappeto” resterà fino a quando i passi dei fedeli non avranno cancellato quei nomi.
LPP
Un memoriale di dolore e speranza
A Rovigo nella chiesa di San Bartolomeo: un “tappeto” con i nomi dei bambini palestinesi e israeliani morti. Il silenzio si fa preghiera davanti a un lenzuolo bianco lungo 16 metri.
Disteso lungo tutta la navata centrale e fino all’altare, il telo reca scritti uno per uno i nomi e le età dei 12.211 bambini palestinesi e israeliani uccisi dal 7 ottobre 2023, giorno in cui è riesploso il conflitto tra Israele e Palestina.
Un “tappeto di memoria” che attraversa lo spazio sacro e lo riempie di commozione, trasformandosi in un potente simbolo di ricordo e pace.
Un gesto che unisce le vittime oltre ogni confine
Su quel lenzuolo non ci sono bandiere né schieramenti, solo nomi.
Ogni riga è una vita spezzata, un’infanzia cancellata dalla violenza.
Il parroco don Andrea Varliero ha voluto che la comunità ricordasse i più piccoli, al di là di ogni appartenenza, per restituire dignità e voce a chi non può più parlare.
«Abbiamo realizzato il lenzuolo ripercorrendo la lista letta dal cardinale Andrea Zuppi lo scorso agosto – spiega don Varliero –. Noi abbiamo ricordato tutti i nomi in occasione della festa di San Francesco, patrono della pace».

La luce di una candela per i piccoli del mondo
Sull’altare, una candela accesa brucia all’interno di un portacandela che raffigura una colomba della pace, simbolo universale di speranza.
La sua fiamma illumina i nomi dei bambini, come se volesse vegliare su di loro, donando luce dove la guerra ha portato oscurità.
Ogni passo lungo la navata diventa così un cammino di riflessione e compassione, un invito a fermarsi e a pensare alle conseguenze disumane dei conflitti.
Rovigo e il messaggio di pace universale
L’iniziativa ha toccato profondamente la comunità di Rovigo, che ha risposto con partecipazione e commozione.
Il lenzuolo bianco nella chiesa di San Bartolomeo non è solo un tributo, ma anche un appello silenzioso alla pace, un invito a riconoscere nell’altro non un nemico, ma un essere umano. Il “tappeto” resterà fino a quando i passi dei fedeli non avranno cancellato quei nomi.
LPP
















































































