2 novembre 2020: l’addio a Gigi Proietti.

Luigi “Gigi” Proietti nasce a Roma il 2 novembre 1940.
Fin da giovane sente la vocazione per lo spettacolo e per l’arte della parola.
Durante gli anni dell’università, mentre studia Giurisprudenza, si esibisce nei locali della capitale con la sua chitarra, conquistando il pubblico con ironia e talento naturale.
I suoi primi passi tra teatro, cabaret e cinema mostrano subito la versatilità che lo renderà unico.
Dalle cantine romane ai palcoscenici nazionali
All’inizio recita nelle cantine teatrali romane, poi approda al Teatro Stabile di Roma e dell’Aquila.
Nel 1968 sostituisce Domenico Modugno nello spettacolo “Alleluia Brava Gente” accanto a Renato Rascel: da quel momento la sua carriera decolla.
Proietti porta sul palco la verve romana e la profondità dell’attore completo, capace di alternare il dramma alla comicità più disarmante.
Nel 1973 recita con Monica Vitti ne “La Tosca” di Luigi Magni, confermandosi anche sul grande schermo.
“A me gli occhi please”: il mito dell’istrione
Nel 1976 debutta al Teatro Tenda di Roma con lo spettacolo “A me gli occhi please”, diventato un cult assoluto.
Sul palco, Proietti apre un baule e trasforma ogni oggetto in un simbolo, in un pretesto per evocare la memoria, la risata e l’emozione.
Tra le sue opere più amate ci sono “Caro Petrolini”, “Cirano” e “I sette re di Roma”, spettacoli che hanno segnato la storia del teatro italiano.
Il suo humor “petroliniano”, fatto di macchiette, scioglilingua, barzellette mimate e improvvisazioni, lo consacra come erede dei grandi comici del Novecento.
Il doppiatore, il regista e il maestro
Proietti non è solo attore: è anche un eccellente doppiatore.
Presta la voce a Richard Burton, Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman e perfino al celebre Gatto Silvestro.
Sua è la voce del celebre grido “Adriana!” nel primo Rocky.
Come direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma, forma generazioni di giovani attori, firmando regie innovative e appassionate.
Cinema e televisione: dal “Maresciallo Rocca” a “Io sono Babbo Natale”
Tra i suoi ruoli più iconici spiccano Mandrake in Febbre da cavallo e Il Maresciallo Rocca, serie amatissima dal pubblico.
Interpreta anche San Filippo Neri in Preferisco il Paradiso e il giornalista Bruno Palmieri in Una pallottola nel cuore.
Nel 2017 torna in tv con Cavalli di battaglia, celebrando 50 anni di carriera.
Al cinema, le sue ultime interpretazioni sono Mangiafuoco in Pinocchio di Matteo Garrone e Babbo Natale in Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone, uscito postumo.
Gigi Proietti si spegne a Roma il 2 novembre 2020, nel giorno del suo 80° compleanno.
Accanto a lui la compagna Sagitta Alter, con cui ha condiviso 58 anni di vita, e le figlie Susanna e Carlotta, entrambe attrici.
La sua tomba è presso il Cimitero del Verano in Roma.
LPP
Luigi “Gigi” Proietti nasce a Roma il 2 novembre 1940.
Fin da giovane sente la vocazione per lo spettacolo e per l’arte della parola.
Durante gli anni dell’università, mentre studia Giurisprudenza, si esibisce nei locali della capitale con la sua chitarra, conquistando il pubblico con ironia e talento naturale.
I suoi primi passi tra teatro, cabaret e cinema mostrano subito la versatilità che lo renderà unico.
Dalle cantine romane ai palcoscenici nazionali
All’inizio recita nelle cantine teatrali romane, poi approda al Teatro Stabile di Roma e dell’Aquila.
Nel 1968 sostituisce Domenico Modugno nello spettacolo “Alleluia Brava Gente” accanto a Renato Rascel: da quel momento la sua carriera decolla.
Proietti porta sul palco la verve romana e la profondità dell’attore completo, capace di alternare il dramma alla comicità più disarmante.
Nel 1973 recita con Monica Vitti ne “La Tosca” di Luigi Magni, confermandosi anche sul grande schermo.
“A me gli occhi please”: il mito dell’istrione
Nel 1976 debutta al Teatro Tenda di Roma con lo spettacolo “A me gli occhi please”, diventato un cult assoluto.
Sul palco, Proietti apre un baule e trasforma ogni oggetto in un simbolo, in un pretesto per evocare la memoria, la risata e l’emozione.
Tra le sue opere più amate ci sono “Caro Petrolini”, “Cirano” e “I sette re di Roma”, spettacoli che hanno segnato la storia del teatro italiano.
Il suo humor “petroliniano”, fatto di macchiette, scioglilingua, barzellette mimate e improvvisazioni, lo consacra come erede dei grandi comici del Novecento.
Il doppiatore, il regista e il maestro
Proietti non è solo attore: è anche un eccellente doppiatore.
Presta la voce a Richard Burton, Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman e perfino al celebre Gatto Silvestro.
Sua è la voce del celebre grido “Adriana!” nel primo Rocky.
Come direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma, forma generazioni di giovani attori, firmando regie innovative e appassionate.
Cinema e televisione: dal “Maresciallo Rocca” a “Io sono Babbo Natale”
Tra i suoi ruoli più iconici spiccano Mandrake in Febbre da cavallo e Il Maresciallo Rocca, serie amatissima dal pubblico.
Interpreta anche San Filippo Neri in Preferisco il Paradiso e il giornalista Bruno Palmieri in Una pallottola nel cuore.
Nel 2017 torna in tv con Cavalli di battaglia, celebrando 50 anni di carriera.
Al cinema, le sue ultime interpretazioni sono Mangiafuoco in Pinocchio di Matteo Garrone e Babbo Natale in Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone, uscito postumo.
Gigi Proietti si spegne a Roma il 2 novembre 2020, nel giorno del suo 80° compleanno.
Accanto a lui la compagna Sagitta Alter, con cui ha condiviso 58 anni di vita, e le figlie Susanna e Carlotta, entrambe attrici.
La sua tomba è presso il Cimitero del Verano in Roma.
LPP


















































































