È morta Lea Massari: addio all’anti-diva del cinema italiano.

Se n’è andata in punta di piedi, pochi giorni prima del suo novantaduesimo compleanno, Lea Massari.
Il suo vero nome era Anna Maria Massatani, nata a Roma nel 1933 da una famiglia borghese.
Figlia di un ingegnere, si laurea in architettura in Svizzera prima di lasciarsi sedurre dal richiamo del cinema.
Prende il nome d’arte “Lea Massari” in omaggio al fidanzato Leo, tragicamente scomparso prima delle nozze.
A renderne nota la scomparsa è stato Il Messaggero, sottolineando il suo addio discreto, in perfetta coerenza con la sua esistenza lontana dai clamori dello spettacolo.
Lea Massari: un talento fuori dagli schemi
Scoperta da Mario Monicelli durante le riprese di Proibito (1954), Lea Massari conquista subito il pubblico con la sua intensità.
Non ama il glamour, né la ribalta.
Si distingue per una recitazione profonda, quasi sempre drammatica, scelta consapevole che la porterà a collaborare con registi del calibro di Dino Risi, Sergio Leone e Michelangelo Antonioni.
Indimenticabile è il ruolo di Anna, la ragazza scomparsa ne L’avventura (1960), film simbolo del cinema d’autore.
Nel 1971 interpreta Clara in Soffio al cuore di Louis Malle, ruolo controverso che le costò una denuncia in Italia, poi archiviata.
Premi, ritiri e impegno civile
Nel corso della carriera riceve importanti riconoscimenti:
vince il Nastro d’Argento per Cristo si è fermato a Eboli (1979) e il David di Donatello per I sogni muoiono all’alba (1962).
Memorabile la sua interpretazione nel film La prima notte di quiete (1972) per la regia di Valerio Zurlini accanto ad un Alain Delon in stato di grazia.
Negli anni ’80 decide di abbandonare il cinema.
Si dedica alla famiglia, alla difesa dell’ambiente e degli animali.
Declina ogni offerta, anche da registi prestigiosi come Ferzan Özpetek.
L’ultima apparizione pubblica risale al 1975, come giurata al Festival di Cannes.
L’ultimo saluto a Lea Massari
Le esequie si sono svolte in forma privata a Sutri, in provincia di Viterbo.
Pochi intimi, nessun clamore, come avrebbe voluto lei.
Lea Massari ci lascia una lezione di eleganza sobria, di rigore intellettuale e di libertà.
Il suo sguardo felino e la voce roca rimangono impressi nei capolavori del cinema italiano.
Un’antidiva per eccellenza, capace di scegliere la verità alla vanità, il silenzio al clamore, l’anima alla superficie.
Laura Persico Pezzino
Se n’è andata in punta di piedi, pochi giorni prima del suo novantaduesimo compleanno, Lea Massari.
Il suo vero nome era Anna Maria Massatani, nata a Roma nel 1933 da una famiglia borghese.
Figlia di un ingegnere, si laurea in architettura in Svizzera prima di lasciarsi sedurre dal richiamo del cinema.
Prende il nome d’arte “Lea Massari” in omaggio al fidanzato Leo, tragicamente scomparso prima delle nozze.
A renderne nota la scomparsa è stato Il Messaggero, sottolineando il suo addio discreto, in perfetta coerenza con la sua esistenza lontana dai clamori dello spettacolo.
Lea Massari: un talento fuori dagli schemi
Scoperta da Mario Monicelli durante le riprese di Proibito (1954), Lea Massari conquista subito il pubblico con la sua intensità.
Non ama il glamour, né la ribalta.
Si distingue per una recitazione profonda, quasi sempre drammatica, scelta consapevole che la porterà a collaborare con registi del calibro di Dino Risi, Sergio Leone e Michelangelo Antonioni.
Indimenticabile è il ruolo di Anna, la ragazza scomparsa ne L’avventura (1960), film simbolo del cinema d’autore.
Nel 1971 interpreta Clara in Soffio al cuore di Louis Malle, ruolo controverso che le costò una denuncia in Italia, poi archiviata.
Premi, ritiri e impegno civile
Nel corso della carriera riceve importanti riconoscimenti:
vince il Nastro d’Argento per Cristo si è fermato a Eboli (1979) e il David di Donatello per I sogni muoiono all’alba (1962).
Memorabile la sua interpretazione nel film La prima notte di quiete (1972) per la regia di Valerio Zurlini accanto ad un Alain Delon in stato di grazia.
Negli anni ’80 decide di abbandonare il cinema.
Si dedica alla famiglia, alla difesa dell’ambiente e degli animali.
Declina ogni offerta, anche da registi prestigiosi come Ferzan Özpetek.
L’ultima apparizione pubblica risale al 1975, come giurata al Festival di Cannes.
L’ultimo saluto a Lea Massari
Le esequie si sono svolte in forma privata a Sutri, in provincia di Viterbo.
Pochi intimi, nessun clamore, come avrebbe voluto lei.
Lea Massari ci lascia una lezione di eleganza sobria, di rigore intellettuale e di libertà.
Il suo sguardo felino e la voce roca rimangono impressi nei capolavori del cinema italiano.
Un’antidiva per eccellenza, capace di scegliere la verità alla vanità, il silenzio al clamore, l’anima alla superficie.
Laura Persico Pezzino