Giappone, turista profana un cimitero per un video su Instagram.

Un turista straniero ha filmato sé stesso mentre beveva da una lattina lasciata come offerta su una tomba, pubblicando poi il video su Instagram.
Il gesto, percepito come una profanazione di un luogo sacro, ha suscitato indignazione sui social e acceso il dibattito sull’overtourism che sta mettendo a dura prova la pazienza della popolazione locale.
L’episodio che ha indignato il web e non solo
Il protagonista del video, identificato online come Lochie Jones, di nazionalità australiana, ha inscenato una sorta di gioco davanti a una lapide.
Prima ha lanciato una moneta per “decidere” se aprire o meno la lattina (lasciata sulla tomba come offerta secondo gli usi locali). Poi ha bevuto la bevanda e infine si è esibito in gesti volgari, tra cui rutti di fronte alla tomba. Il tutto a favore di webcam per poi postare il video sui social.
In Giappone le offerte di cibo e bevande nei cimiteri sono un’usanza radicata e hanno un profondo significato spirituale: rappresentano un dono per gli antenati e un atto di devozione.
Per questo motivo, il gesto è stato vissuto come un insulto non solo alla memoria dei defunti, ma anche alla cultura giapponese.
Le reazioni e le scuse
La diffusione del video ha scatenato immediatamente rabbia e condanna.
Molti utenti giapponesi hanno chiesto misure severe, arrivando persino a invocare il divieto d’ingresso nel Paese per l’autore del gesto.
Sulla vicenda è intervenuta anche l’ambasciata australiana a Tokyo, che pur non confermando l’origine del turista, ha invitato i propri connazionali a mantenere un “comportamento appropriato” durante i viaggi in Giappone.
Il protagonista, travolto dalle critiche, ha poi pubblicato un video di scuse, ma il danno resta.
Overtourism e crescente insofferenza
L’incidente non è isolato.
Negli ultimi anni, il Giappone ha registrato un record di presenze turistiche, ma insieme ai benefici economici si sono moltiplicati gli episodi di mancanza di rispetto verso le tradizioni e le regole locali.
Influencer in cerca di notorietà e turisti sconsiderati alimentano tensioni sempre più evidenti.
Non mancano gli esempi: vicino al Monte Fuji, un’intera città ha installato una barriera per impedire che i visitatori invadessero la strada davanti a un minimarket per ottenere la foto perfetta da condividere sui social.
Questi episodi stanno rafforzando una sorta di “fobia del turista”, una diffidenza crescente che rischia di minare il delicato equilibrio tra accoglienza e tutela delle tradizioni.
Un tema globale
Il caso del cimitero giapponese riporta al centro una questione ormai globale: come conciliare turismo di massa e rispetto dei luoghi visitati.
Se da un lato l’apertura al flusso turistico rappresenta una risorsa, dall’altro l’irresponsabilità di pochi rischia di compromettere l’immagine di intere comunità di viaggiatori.
Il Giappone, terra di cultura millenaria e di profonda spiritualità, chiede ora con forza rispetto: non solo per i defunti, ma per un popolo che vede nella memoria e nella tradizione un pilastro della propria identità.
FP
Un turista straniero ha filmato sé stesso mentre beveva da una lattina lasciata come offerta su una tomba, pubblicando poi il video su Instagram.
Il gesto, percepito come una profanazione di un luogo sacro, ha suscitato indignazione sui social e acceso il dibattito sull’overtourism che sta mettendo a dura prova la pazienza della popolazione locale.
L’episodio che ha indignato il web e non solo
Il protagonista del video, identificato online come Lochie Jones, di nazionalità australiana, ha inscenato una sorta di gioco davanti a una lapide.
Prima ha lanciato una moneta per “decidere” se aprire o meno la lattina (lasciata sulla tomba come offerta secondo gli usi locali). Poi ha bevuto la bevanda e infine si è esibito in gesti volgari, tra cui rutti di fronte alla tomba. Il tutto a favore di webcam per poi postare il video sui social.
In Giappone le offerte di cibo e bevande nei cimiteri sono un’usanza radicata e hanno un profondo significato spirituale: rappresentano un dono per gli antenati e un atto di devozione.
Per questo motivo, il gesto è stato vissuto come un insulto non solo alla memoria dei defunti, ma anche alla cultura giapponese.
Le reazioni e le scuse
La diffusione del video ha scatenato immediatamente rabbia e condanna.
Molti utenti giapponesi hanno chiesto misure severe, arrivando persino a invocare il divieto d’ingresso nel Paese per l’autore del gesto.
Sulla vicenda è intervenuta anche l’ambasciata australiana a Tokyo, che pur non confermando l’origine del turista, ha invitato i propri connazionali a mantenere un “comportamento appropriato” durante i viaggi in Giappone.
Il protagonista, travolto dalle critiche, ha poi pubblicato un video di scuse, ma il danno resta.
Overtourism e crescente insofferenza
L’incidente non è isolato.
Negli ultimi anni, il Giappone ha registrato un record di presenze turistiche, ma insieme ai benefici economici si sono moltiplicati gli episodi di mancanza di rispetto verso le tradizioni e le regole locali.
Influencer in cerca di notorietà e turisti sconsiderati alimentano tensioni sempre più evidenti.
Non mancano gli esempi: vicino al Monte Fuji, un’intera città ha installato una barriera per impedire che i visitatori invadessero la strada davanti a un minimarket per ottenere la foto perfetta da condividere sui social.
Questi episodi stanno rafforzando una sorta di “fobia del turista”, una diffidenza crescente che rischia di minare il delicato equilibrio tra accoglienza e tutela delle tradizioni.
Un tema globale
Il caso del cimitero giapponese riporta al centro una questione ormai globale: come conciliare turismo di massa e rispetto dei luoghi visitati.
Se da un lato l’apertura al flusso turistico rappresenta una risorsa, dall’altro l’irresponsabilità di pochi rischia di compromettere l’immagine di intere comunità di viaggiatori.
Il Giappone, terra di cultura millenaria e di profonda spiritualità, chiede ora con forza rispetto: non solo per i defunti, ma per un popolo che vede nella memoria e nella tradizione un pilastro della propria identità.
FP



















































































