La cultura Xiaohe e le sue affascinanti pratiche funerarie.

Nel cuore del deserto cinese, tombe a forma di barca raccontano una civiltà misteriosa
Cultura Xiaohe: una civiltà antica nel deserto del Tarim
Nella vasta e arida area semi-desertica del Tarim in Cina, è emersa una delle più sorprendenti scoperte archeologiche degli ultimi decenni: le sepolture della cultura Xiaohe, un’antica civiltà dell’età del bronzo che visse tra il 1950 e il 1400 a.C.
In un’area apparentemente inospitale gli archeologi hanno rivelato un paesaggio funebre senza precedenti: bare a forma di barca dotate di remi simbolici, come pronte a salpare verso l’aldilà.
Cultura Xiaohe: sepolture a forma di barca per un viaggio oltre la vita
Il tratto più curioso delle pratiche funerarie Xiaohe è rappresentato da tombe a forma di canoa, orientate verso un viaggio mistico e spirituale.
Grazie alle condizioni estreme del deserto – con scarse precipitazioni e sabbie conservatrici – i resti umani, i tessuti e gli oggetti rituali rinvenuti sono straordinariamente ben conservati.
Le barche non erano semplici contenitori funebri, ma simboleggiavano probabilmente il passaggio verso un’altra dimensione, evocando acque mitiche che scorrevano anche nel cuore del deserto.
I segnali verticali: tra remi e totem spirituali
Un altro dettaglio affascinante di queste sepolture riguarda la presenza di lunghi pali lignei piantati verticalmente sopra le tombe, simili a remi conficcati nella sabbia.
Secondo gli studiosi, questi segnali funebri avevano una funzione simbolica o cerimoniale, forse legata alla guida dell’anima o alla distinzione dei ruoli sociali dei defunti.
Una scoperta moderna di un mondo antico
Sebbene le prime notizie sul sito risalgano ai primi del ‘900, solo nel XXI secolo sono stati avviati scavi sistematici dall’Istituto di Archeologia dello Xinjiang, che hanno permesso il recupero di 167 tombe in aggiunta alle 12 già conosciute.
Le stime parlano di oltre 350 sepolture originarie, molte delle quali purtroppo danneggiate o scomparse a causa dell’erosione naturale.
Un recente studio, pubblicato sulla rivista Asian Archaeology, propone una rilettura di queste pratiche funerarie all’interno di un più ampio contesto culturale e rituale.
L’ipotesi è che la cultura Xiaohe avesse sviluppato una visione del mondo profondamente spirituale, dove acqua, deserto e viaggio erano elementi intrecciati nel culto dei morti.
Un mistero ancora tutto da esplorare
Le pratiche funerarie della cultura Xiaohe ci pongono di fronte a interrogativi profondi: come una civiltà poté prosperare in un ambiente tanto ostile? Quali visioni dell’aldilà guidavano la scelta di barche come tombe?
Questi quesiti rendono la cultura Xiaohe una delle più affascinanti e misteriose della preistoria asiatica.
LPP
Nel cuore del deserto cinese, tombe a forma di barca raccontano una civiltà misteriosa
Cultura Xiaohe: una civiltà antica nel deserto del Tarim
Nella vasta e arida area semi-desertica del Tarim in Cina, è emersa una delle più sorprendenti scoperte archeologiche degli ultimi decenni: le sepolture della cultura Xiaohe, un’antica civiltà dell’età del bronzo che visse tra il 1950 e il 1400 a.C.
In un’area apparentemente inospitale gli archeologi hanno rivelato un paesaggio funebre senza precedenti: bare a forma di barca dotate di remi simbolici, come pronte a salpare verso l’aldilà.
Cultura Xiaohe: sepolture a forma di barca per un viaggio oltre la vita
Il tratto più curioso delle pratiche funerarie Xiaohe è rappresentato da tombe a forma di canoa, orientate verso un viaggio mistico e spirituale.
Grazie alle condizioni estreme del deserto – con scarse precipitazioni e sabbie conservatrici – i resti umani, i tessuti e gli oggetti rituali rinvenuti sono straordinariamente ben conservati.
Le barche non erano semplici contenitori funebri, ma simboleggiavano probabilmente il passaggio verso un’altra dimensione, evocando acque mitiche che scorrevano anche nel cuore del deserto.
I segnali verticali: tra remi e totem spirituali
Un altro dettaglio affascinante di queste sepolture riguarda la presenza di lunghi pali lignei piantati verticalmente sopra le tombe, simili a remi conficcati nella sabbia.
Secondo gli studiosi, questi segnali funebri avevano una funzione simbolica o cerimoniale, forse legata alla guida dell’anima o alla distinzione dei ruoli sociali dei defunti.
Una scoperta moderna di un mondo antico
Sebbene le prime notizie sul sito risalgano ai primi del ‘900, solo nel XXI secolo sono stati avviati scavi sistematici dall’Istituto di Archeologia dello Xinjiang, che hanno permesso il recupero di 167 tombe in aggiunta alle 12 già conosciute.
Le stime parlano di oltre 350 sepolture originarie, molte delle quali purtroppo danneggiate o scomparse a causa dell’erosione naturale.
Un recente studio, pubblicato sulla rivista Asian Archaeology, propone una rilettura di queste pratiche funerarie all’interno di un più ampio contesto culturale e rituale.
L’ipotesi è che la cultura Xiaohe avesse sviluppato una visione del mondo profondamente spirituale, dove acqua, deserto e viaggio erano elementi intrecciati nel culto dei morti.
Un mistero ancora tutto da esplorare
Le pratiche funerarie della cultura Xiaohe ci pongono di fronte a interrogativi profondi: come una civiltà poté prosperare in un ambiente tanto ostile? Quali visioni dell’aldilà guidavano la scelta di barche come tombe?
Questi quesiti rendono la cultura Xiaohe una delle più affascinanti e misteriose della preistoria asiatica.
LPP