Scoperta necropoli del VI secolo a.C. a Padova durante i lavori per la costruzione di uno studentato.

Scoperta necropoli del VI secolo a.C. a Padova. Nel cuore della trasformazione urbana riaffiora un passato remoto e sorprendente.
Durante i lavori per la realizzazione di un nuovo studentato universitario, area ex Seef, è emersa una necropoli protostorica risalente al VI secolo avanti Cristo.
Una scoperta eccezionale, che affianca la già nota necropoli romana individuata tra il 2022 e il 2023 e che testimonia la profondità storica del territorio padovano.
La necropoli che affiora tra le fondamenta
Nel 2023 era stato approvato il progetto per la riqualificazione dell’area ex Seef, con la creazione di nuove aule, spazi verdi e luoghi di socialità per gli studenti.
Durante le prima parte dei lavori, sotto la direzione della Soprintendenza ABAP di Padova, emerse una necropoli di età romana con 220 sepolture risalenti al periodo compreso tra l’età augustea e il II secolo d.C.
Ma è con la ripresa dei lavori nel 2024 che la ricerca ha compiuto un ulteriore salto indietro nel tempo.
Gli archeologi hanno individuato una decina di tombe più antiche, databili al periodo tra il VI-V secolo a.C. e la romanizzazione, tra cui spiccano sepolture “a dolio”, casse lignee e cassette in pietra.
La tomba di un cavallo e corredi ricchissimi
Particolarmente significativa è la presenza di una sepoltura di cavallo, segno di un rituale dal forte significato simbolico, accompagnato da un grande dolio e da un’unica inumazione in nuda terra.
Un’altra tomba, conservata all’interno di una grande cassa lignea quadrangolare, presenta un ricchissimo corredo con almeno 36 reperti, tra cui vasi ossuari, oggetti in bronzo e ferro, e ceramiche di pregio, segno di un individuo di alto rango.
L’importanza di una sinergia tra sviluppo urbano e tutela del territorio
I dolii, accuratamente prelevati, saranno sottoposti a micro-scavi in laboratorio, per poi essere restaurati e valorizzati nell’ambito di futuri progetti museali.
Secondo il soprintendente Vincenzo Tinè, la scoperta è “di straordinaria importanza” perché conferma la continuità urbana tra l’insediamento veneto e quello romano.
Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova, ha sottolineato il valore simbolico e culturale di questa scoperta:
«È una scoperta che arricchisce la conoscenza della storia di Padova e dimostra, ancora una volta, quanto sia preziosa la sinergia tra sviluppo urbano e tutela del territorio».
Scoperta necropoli del VI secolo a.C. a Padova. Nel cuore della trasformazione urbana riaffiora un passato remoto e sorprendente.
Durante i lavori per la realizzazione di un nuovo studentato universitario, area ex Seef, è emersa una necropoli protostorica risalente al VI secolo avanti Cristo.
Una scoperta eccezionale, che affianca la già nota necropoli romana individuata tra il 2022 e il 2023 e che testimonia la profondità storica del territorio padovano.
La necropoli che affiora tra le fondamenta
Nel 2023 era stato approvato il progetto per la riqualificazione dell’area ex Seef, con la creazione di nuove aule, spazi verdi e luoghi di socialità per gli studenti.
Durante le prima parte dei lavori, sotto la direzione della Soprintendenza ABAP di Padova, emerse una necropoli di età romana con 220 sepolture risalenti al periodo compreso tra l’età augustea e il II secolo d.C.
Ma è con la ripresa dei lavori nel 2024 che la ricerca ha compiuto un ulteriore salto indietro nel tempo.
Gli archeologi hanno individuato una decina di tombe più antiche, databili al periodo tra il VI-V secolo a.C. e la romanizzazione, tra cui spiccano sepolture “a dolio”, casse lignee e cassette in pietra.
La tomba di un cavallo e corredi ricchissimi
Particolarmente significativa è la presenza di una sepoltura di cavallo, segno di un rituale dal forte significato simbolico, accompagnato da un grande dolio e da un’unica inumazione in nuda terra.
Un’altra tomba, conservata all’interno di una grande cassa lignea quadrangolare, presenta un ricchissimo corredo con almeno 36 reperti, tra cui vasi ossuari, oggetti in bronzo e ferro, e ceramiche di pregio, segno di un individuo di alto rango.
L’importanza di una sinergia tra sviluppo urbano e tutela del territorio
I dolii, accuratamente prelevati, saranno sottoposti a micro-scavi in laboratorio, per poi essere restaurati e valorizzati nell’ambito di futuri progetti museali.
Secondo il soprintendente Vincenzo Tinè, la scoperta è “di straordinaria importanza” perché conferma la continuità urbana tra l’insediamento veneto e quello romano.
Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova, ha sottolineato il valore simbolico e culturale di questa scoperta:
«È una scoperta che arricchisce la conoscenza della storia di Padova e dimostra, ancora una volta, quanto sia preziosa la sinergia tra sviluppo urbano e tutela del territorio».