Spagna: condannato per aver ucciso il cane della compagna.

In Spagna a Las Palmas de Gran Canaria, un uomo ha ricevuto una condanna a un anno e un giorno di carcere per aver ucciso il cane di quattro mesi della sua compagna.
Il tribunale ha riconosciuto l’episodio come un caso di violenza vicaria, sottolineando che l’uomo ha ucciso l’animale per infliggere dolore psicologico alla donna.
Non si tratta quindi solo di crudeltà verso un animale, ma di una vera e propria forma di abuso di genere.
Le parole della giudice
La giudice ha spiegato che l’uomo ha agito con piena intenzione.
“Ha scelto di uccidere l’animale per provocare un danno psicologico”, ha dichiarato.
Secondo la magistrata, il gesto non è stato casuale ma calcolato: “Ha voluto spezzare psicologicamente la donna”.
La motivazione mette in luce la gravità del crimine, che colpisce sia l’animale sia la dignità e l’equilibrio emotivo della vittima.
Il caso dimostra come la violenza indiretta possa diventare uno strumento di controllo e sottomissione.
Cos’è la violenza vicaria
La violenza vicaria si verifica quando l’aggressore colpisce ciò che la vittima ama — figli, animali o oggetti affettivi — per esercitare potere e causarle sofferenza.
In Spagna questo concetto è già applicato nei casi di omicidio di minori, ma l’estensione ai maltrattamenti sugli animali rappresenta una svolta importante.
La sentenza crea un nuovo precedente legale e riconosce il legame tra violenza di genere e violenza sugli animali, spesso due facce dello stesso abuso.
Un segnale forte dalla giustizia spagnola
Con questa decisione la magistratura spagnola invia un messaggio chiaro: la crudeltà sugli animali può essere una forma di violenza psicologica.
Punire chi compie simili atti significa proteggere le vittime umane e animali insieme.
La sentenza amplia il concetto di giustizia, affermando che rispetto e tutela devono valere per ogni essere vivente.
LPP
In Spagna a Las Palmas de Gran Canaria, un uomo ha ricevuto una condanna a un anno e un giorno di carcere per aver ucciso il cane di quattro mesi della sua compagna.
Il tribunale ha riconosciuto l’episodio come un caso di violenza vicaria, sottolineando che l’uomo ha ucciso l’animale per infliggere dolore psicologico alla donna.
Non si tratta quindi solo di crudeltà verso un animale, ma di una vera e propria forma di abuso di genere.
Le parole della giudice
La giudice ha spiegato che l’uomo ha agito con piena intenzione.
“Ha scelto di uccidere l’animale per provocare un danno psicologico”, ha dichiarato.
Secondo la magistrata, il gesto non è stato casuale ma calcolato: “Ha voluto spezzare psicologicamente la donna”.
La motivazione mette in luce la gravità del crimine, che colpisce sia l’animale sia la dignità e l’equilibrio emotivo della vittima.
Il caso dimostra come la violenza indiretta possa diventare uno strumento di controllo e sottomissione.
Cos’è la violenza vicaria
La violenza vicaria si verifica quando l’aggressore colpisce ciò che la vittima ama — figli, animali o oggetti affettivi — per esercitare potere e causarle sofferenza.
In Spagna questo concetto è già applicato nei casi di omicidio di minori, ma l’estensione ai maltrattamenti sugli animali rappresenta una svolta importante.
La sentenza crea un nuovo precedente legale e riconosce il legame tra violenza di genere e violenza sugli animali, spesso due facce dello stesso abuso.
Un segnale forte dalla giustizia spagnola
Con questa decisione la magistratura spagnola invia un messaggio chiaro: la crudeltà sugli animali può essere una forma di violenza psicologica.
Punire chi compie simili atti significa proteggere le vittime umane e animali insieme.
La sentenza amplia il concetto di giustizia, affermando che rispetto e tutela devono valere per ogni essere vivente.
LPP

















































































