Testamento digitale: sai cos’è?

Testamento digitale: cosa succede ai tuoi account social dopo la morte? La morte digitale esiste, ma pochi la considerano.
Viviamo in un mondo iperconnesso, in cui una parte importante della nostra vita si svolge online: chat, e-mail, social network, cloud e profili digitali diventano un’estensione della nostra identità.
Ma cosa accade a tutti questi dati quando una persona muore?
Chi può accedervi?
Chi può decidere cosa farne?
In Italia se ne parla ancora poco, al contrario degli Stati Uniti, dove il culto della memoria è spesso più esplicito e visibile anche nei cimiteri.
In questo contesto nasce un’esigenza concreta: il testamento digitale.
Identità virtuale: chi la eredita?
Molti ignorano che sia possibile designare un “contatto erede” per i propri account social.
Facebook e Instagram, ad esempio, offrono la possibilità di selezionare una persona fidata che, alla morte dell’utente, potrà trasformare il profilo in commemorativo o chiederne la rimozione.
Google, invece, propone la Gestione account inattivo, che consente di designare un referente per accedere a determinati dati o richiederne la cancellazione dopo un periodo prestabilito.
Se manca un erede digitale: serve il tribunale
Quando non viene lasciata nessuna istruzione preventiva, i familiari possono chiedere la chiusura di un account solo in presenza di documentazione legale: certificato di morte, testamento o atto di successione.
Microsoft, ad esempio, disattiva automaticamente l’account dopo due anni di inattività, ma non fornisce mai le credenziali e l’accesso ai contenuti può avvenire solo tramite ingiunzione del tribunale.
I profili commemorativi: un’alternativa possibile
In assenza di indicazioni chiare, alcuni social permettono di creare un profilo commemorativo.
Meta, ad esempio, consente agli eredi di richiedere la conversione del profilo in uno spazio di memoria, dove amici e familiari possono lasciare messaggi e ricordi.
Tuttavia, non sarà possibile modificare i vecchi post, e la gestione dei contenuti è molto limitata.
Il testamento digitale: come farlo e a cosa serve
Il testamento digitale può essere redatto come un normale testamento olografo o affidato a un notaio.
Può includere:
- Password e credenziali d’accesso
- Indirizzi e-mail, cloud e account social
- Documenti archiviati digitalmente
L’avvocato Andrea Lisi spiega che questo tipo di testamento può essere allegato a quello ordinario o custodito separatamente, in una cassetta di sicurezza o tramite servizi online.
App e strumenti per conservare le password in sicurezza
Oggi esistono diverse app dedicate, che funzionano come cassette digitali: memorizzano le password e permettono di definire le persone che potranno accedervi in caso di decesso.
Alcune notificano automaticamente l’accesso autorizzato dopo un certo periodo di inattività.
Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alle condizioni di privacy e alle modalità di recupero, per evitare rischi.
Il vuoto normativo: esiste una legge sul testamento digitale?
In Italia non esiste ancora una legge specifica in materia.
Le norme civili attuali consentono comunque la gestione di beni digitali attraverso il testamento.
Negli Stati Uniti, invece, esistono leggi più avanzate, come il Fiduciary Access to Digital Assets Act, che permette agli esecutori testamentari di accedere ai dati digitali con autorizzazione espressa.
Gli eredi e l’accesso ai dati digitali: cosa dice la giurisprudenza
Diversi tribunali italiani hanno autorizzato l’accesso ai contenuti digitali, soprattutto quando motivato da interessi familiari rilevanti, come la tutela della memoria dei genitori o la conservazione di fotografie.
Secondo gli esperti, sarebbe opportuno introdurre una normativa chiara che obblighi le piattaforme digitali a collaborare con gli eredi, semplificando le procedure e riducendo i costi legali e psicologici.
Laura Persico Pezzino
Testamento digitale: cosa succede ai tuoi account social dopo la morte? La morte digitale esiste, ma pochi la considerano.
Viviamo in un mondo iperconnesso, in cui una parte importante della nostra vita si svolge online: chat, e-mail, social network, cloud e profili digitali diventano un’estensione della nostra identità.
Ma cosa accade a tutti questi dati quando una persona muore?
Chi può accedervi?
Chi può decidere cosa farne?
In Italia se ne parla ancora poco, al contrario degli Stati Uniti, dove il culto della memoria è spesso più esplicito e visibile anche nei cimiteri.
In questo contesto nasce un’esigenza concreta: il testamento digitale.
Identità virtuale: chi la eredita?
Molti ignorano che sia possibile designare un “contatto erede” per i propri account social.
Facebook e Instagram, ad esempio, offrono la possibilità di selezionare una persona fidata che, alla morte dell’utente, potrà trasformare il profilo in commemorativo o chiederne la rimozione.
Google, invece, propone la Gestione account inattivo, che consente di designare un referente per accedere a determinati dati o richiederne la cancellazione dopo un periodo prestabilito.
Se manca un erede digitale: serve il tribunale
Quando non viene lasciata nessuna istruzione preventiva, i familiari possono chiedere la chiusura di un account solo in presenza di documentazione legale: certificato di morte, testamento o atto di successione.
Microsoft, ad esempio, disattiva automaticamente l’account dopo due anni di inattività, ma non fornisce mai le credenziali e l’accesso ai contenuti può avvenire solo tramite ingiunzione del tribunale.
I profili commemorativi: un’alternativa possibile
In assenza di indicazioni chiare, alcuni social permettono di creare un profilo commemorativo.
Meta, ad esempio, consente agli eredi di richiedere la conversione del profilo in uno spazio di memoria, dove amici e familiari possono lasciare messaggi e ricordi.
Tuttavia, non sarà possibile modificare i vecchi post, e la gestione dei contenuti è molto limitata.
Il testamento digitale: come farlo e a cosa serve
Il testamento digitale può essere redatto come un normale testamento olografo o affidato a un notaio.
Può includere:
- Password e credenziali d’accesso
- Indirizzi e-mail, cloud e account social
- Documenti archiviati digitalmente
L’avvocato Andrea Lisi spiega che questo tipo di testamento può essere allegato a quello ordinario o custodito separatamente, in una cassetta di sicurezza o tramite servizi online.
App e strumenti per conservare le password in sicurezza
Oggi esistono diverse app dedicate, che funzionano come cassette digitali: memorizzano le password e permettono di definire le persone che potranno accedervi in caso di decesso.
Alcune notificano automaticamente l’accesso autorizzato dopo un certo periodo di inattività.
Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alle condizioni di privacy e alle modalità di recupero, per evitare rischi.
Il vuoto normativo: esiste una legge sul testamento digitale?
In Italia non esiste ancora una legge specifica in materia.
Le norme civili attuali consentono comunque la gestione di beni digitali attraverso il testamento.
Negli Stati Uniti, invece, esistono leggi più avanzate, come il Fiduciary Access to Digital Assets Act, che permette agli esecutori testamentari di accedere ai dati digitali con autorizzazione espressa.
Gli eredi e l’accesso ai dati digitali: cosa dice la giurisprudenza
Diversi tribunali italiani hanno autorizzato l’accesso ai contenuti digitali, soprattutto quando motivato da interessi familiari rilevanti, come la tutela della memoria dei genitori o la conservazione di fotografie.
Secondo gli esperti, sarebbe opportuno introdurre una normativa chiara che obblighi le piattaforme digitali a collaborare con gli eredi, semplificando le procedure e riducendo i costi legali e psicologici.
Laura Persico Pezzino



















































































