1° luglio 1961. Muore Louis Ferdinand Céline, autore di Viaggio al termine della notte.

Il 1° luglio 1961, Louis Ferdinand Céline muore a Meudon, nella periferia di Parigi.
Ha 67 anni.
Il corpo cede, dopo una vita passata in fuga, tra provocazioni, rabbia e genialità.
Con lui se ne va una delle voci più controverse e rivoluzionarie della letteratura francese.
Una voce che non smette di far discutere.
Céline scrive Viaggio al termine della notte come se fosse una confessione urlata.
Ogni parola pulsa di dolore, fango, malattia, guerra, disillusione.
Ma anche di pietà.
Una pietà disperata, scomoda, umanissima.
Louis Ferdinand Céline, dal fronte alla pagina
Louis‑Ferdinand Céline nasce a Courbevoie nel 1894.
Partecipa giovanissimo alla Prima guerra mondiale, resta ferito, e non sarà mai più lo stesso.
Dopo il conflitto studia medicina.
Diventa medico dei poveri, nei sobborghi e nei dispensari, dove impara a osservare la miseria da vicino.
Nel 1932 pubblica Voyage au bout de la nuit.
È un terremoto.
La critica si divide.
Il pubblico si spaventa, poi si inchina.
Nessuno ha mai scritto così.
Con frasi spezzate, salti sintattici, ritmo parlato.
Una lingua che sputa, tossisce, sanguina.
E che da allora cambia la letteratura francese per sempre.
Ma la grandezza narrativa si accompagna a un lato oscuro.
Durante gli anni ’30 e la guerra, Céline si lascia travolgere da posizioni antisemite e collaborazioniste.
Scrive pamphlet violenti, fugge dopo la Liberazione e finisce in carcere.
Torna in Francia solo nel 1951.
Da allora vive quasi in esilio volontario, tra cani, carte mediche e rancori mai sopiti.
Un addio in sordina per uno scrittore che non si redime
Il 1° luglio 1961, Louis Ferdinand Céline muore nel silenzio.
Non ci sono celebrazioni ufficiali.
I funerali sono discreti.
Lo scrittore se ne va come ha vissuto: ai margini.
Ma il suo Viaggio, oggi, è ancora lì.
Letto, studiato, rifiutato, amato.
La letteratura non lo cancella.
Perché, anche quando fa male, Céline ci obbliga a guardare dove non vogliamo e a chiamare le cose col loro nome.
Il 1° luglio 1961, Louis Ferdinand Céline muore a Meudon, nella periferia di Parigi.
Ha 67 anni.
Il corpo cede, dopo una vita passata in fuga, tra provocazioni, rabbia e genialità.
Con lui se ne va una delle voci più controverse e rivoluzionarie della letteratura francese.
Una voce che non smette di far discutere.
Céline scrive Viaggio al termine della notte come se fosse una confessione urlata.
Ogni parola pulsa di dolore, fango, malattia, guerra, disillusione.
Ma anche di pietà.
Una pietà disperata, scomoda, umanissima.
Louis Ferdinand Céline, dal fronte alla pagina
Louis‑Ferdinand Céline nasce a Courbevoie nel 1894.
Partecipa giovanissimo alla Prima guerra mondiale, resta ferito, e non sarà mai più lo stesso.
Dopo il conflitto studia medicina.
Diventa medico dei poveri, nei sobborghi e nei dispensari, dove impara a osservare la miseria da vicino.
Nel 1932 pubblica Voyage au bout de la nuit.
È un terremoto.
La critica si divide.
Il pubblico si spaventa, poi si inchina.
Nessuno ha mai scritto così.
Con frasi spezzate, salti sintattici, ritmo parlato.
Una lingua che sputa, tossisce, sanguina.
E che da allora cambia la letteratura francese per sempre.
Ma la grandezza narrativa si accompagna a un lato oscuro.
Durante gli anni ’30 e la guerra, Céline si lascia travolgere da posizioni antisemite e collaborazioniste.
Scrive pamphlet violenti, fugge dopo la Liberazione e finisce in carcere.
Torna in Francia solo nel 1951.
Da allora vive quasi in esilio volontario, tra cani, carte mediche e rancori mai sopiti.
Un addio in sordina per uno scrittore che non si redime
Il 1° luglio 1961, Louis Ferdinand Céline muore nel silenzio.
Non ci sono celebrazioni ufficiali.
I funerali sono discreti.
Lo scrittore se ne va come ha vissuto: ai margini.
Ma il suo Viaggio, oggi, è ancora lì.
Letto, studiato, rifiutato, amato.
La letteratura non lo cancella.
Perché, anche quando fa male, Céline ci obbliga a guardare dove non vogliamo e a chiamare le cose col loro nome.