10 giugno 1190. Muore Federico Barbarossa, l’Imperatore che sfidò il Papa.

Federico Barbarossa nasce nel 1122 nella potente famiglia degli Hohenstaufen.
È figlio di Federico II di Svevia e discendente diretto di Carlo Magno, ereditando sangue imperiale e ambizione.
Quando nel 1155 viene incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, ha un sogno chiaro: ricostruire il potere imperiale su tutto il mondo germanico e sulla turbolenta Italia.
La sua barba rossa – da cui prende il soprannome – diventa presto simbolo di forza e comando.
Ma il suo regno è anche un terreno minato, tra ribellioni, battaglie, accordi e tradimenti.
Federico Barbarossa, tra guerre, città e papato
Federico Barbarossa non è un sovrano qualunque.
È un uomo d’azione, abituato alla spada più che al trono.
Scende più volte in Italia per imporre la propria autorità sulle città del Nord e sui comuni ribelli.
Ma trova una tenace resistenza, soprattutto nella Lega Lombarda.
Nel 1176, nella battaglia di Legnano, subisce una sconfitta bruciante per mano dei milanesi: una pagina che entra nella memoria collettiva italiana.
Nonostante i contrasti, Federico riesce a firmare la pace di Costanza nel 1183, stabilendo un fragile equilibrio tra Impero e comuni.
Barbarossa si confronta anche con il Papato, in un duello di poteri che segna la storia del Medioevo.
Alterna conflitti e trattative, scomuniche e riconciliazioni, in un gioco sottile dove la corona e la tiara si contendono l’anima dell’Europa.
L’ultimo viaggio verso la Terra Santa
Nel 1189 parte per la Terza Crociata, accanto a Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto.
Vuole liberare Gerusalemme, riconquistare la gloria e sigillare il suo destino.
Ma non arriverà mai.
Il 10 giugno 1190, Federico Barbarossa annega nel fiume Saleph, nell’attuale Turchia, mentre tenta di attraversarlo a cavallo.
Il suo corpo viene sepolto in parte ad Antiochia, in parte a Tiro, in parte a Gerusalemme.
Le sue spoglie si perdono nella leggenda, come la sua figura.
Un mito senza sepolcro
Di Federico Barbarossa non resta una tomba da visitare.
Ma resta il suo nome inciso nella storia.
Per secoli, in Germania, si diffonde la leggenda che dorma ancora in una grotta, sotto la montagna di Kyffhäuser, pronto a risvegliarsi.
E anche se non torna, resta sveglio nella memoria dell’Europa.
Imperatore, crociato, mito.
Federico Barbarossa continua a cavalcare nel tempo.
Federico Barbarossa nasce nel 1122 nella potente famiglia degli Hohenstaufen.
È figlio di Federico II di Svevia e discendente diretto di Carlo Magno, ereditando sangue imperiale e ambizione.
Quando nel 1155 viene incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, ha un sogno chiaro: ricostruire il potere imperiale su tutto il mondo germanico e sulla turbolenta Italia.
La sua barba rossa – da cui prende il soprannome – diventa presto simbolo di forza e comando.
Ma il suo regno è anche un terreno minato, tra ribellioni, battaglie, accordi e tradimenti.
Federico Barbarossa, tra guerre, città e papato
Federico Barbarossa non è un sovrano qualunque.
È un uomo d’azione, abituato alla spada più che al trono.
Scende più volte in Italia per imporre la propria autorità sulle città del Nord e sui comuni ribelli.
Ma trova una tenace resistenza, soprattutto nella Lega Lombarda.
Nel 1176, nella battaglia di Legnano, subisce una sconfitta bruciante per mano dei milanesi: una pagina che entra nella memoria collettiva italiana.
Nonostante i contrasti, Federico riesce a firmare la pace di Costanza nel 1183, stabilendo un fragile equilibrio tra Impero e comuni.
Barbarossa si confronta anche con il Papato, in un duello di poteri che segna la storia del Medioevo.
Alterna conflitti e trattative, scomuniche e riconciliazioni, in un gioco sottile dove la corona e la tiara si contendono l’anima dell’Europa.
L’ultimo viaggio verso la Terra Santa
Nel 1189 parte per la Terza Crociata, accanto a Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto.
Vuole liberare Gerusalemme, riconquistare la gloria e sigillare il suo destino.
Ma non arriverà mai.
Il 10 giugno 1190, Federico Barbarossa annega nel fiume Saleph, nell’attuale Turchia, mentre tenta di attraversarlo a cavallo.
Il suo corpo viene sepolto in parte ad Antiochia, in parte a Tiro, in parte a Gerusalemme.
Le sue spoglie si perdono nella leggenda, come la sua figura.
Un mito senza sepolcro
Di Federico Barbarossa non resta una tomba da visitare.
Ma resta il suo nome inciso nella storia.
Per secoli, in Germania, si diffonde la leggenda che dorma ancora in una grotta, sotto la montagna di Kyffhäuser, pronto a risvegliarsi.
E anche se non torna, resta sveglio nella memoria dell’Europa.
Imperatore, crociato, mito.
Federico Barbarossa continua a cavalcare nel tempo.