11 giugno 1988. Muore Giuseppe Saragat, la voce riformista del secondo dopoguerra.

Giuseppe Saragat nasce a Torino il 19 settembre 1898.
Studia economia all’Università di Torino e, da giovane, partecipa alla Grande Guerra come ufficiale d’artiglieria sul Carso, esperienza che gli forgia disciplina e senso del dovere.
Attratto dalle idee socialiste modeste e riformiste, nel 1922 aderisce al Partito Socialista Unitario, una scelta che segna il suo impegno politico e civile.
Costretto all’esilio nel 1926, attraversa l’Europa — Svizzera, Austria, Francia — dove entra in contatto con le correnti socialdemocratiche mitteleuropee.
Un socialista “democratico” nel cuore caldo del dopoguerra
Tornato in Italia nel 1943, aderisce alla Resistenza e diventa una voce autorevole nel neonato PSIUP, fino a presiederne l’Assemblea Costituente nel 1946.
Nel 1947, alla guida della scissione socialdemocratica, fonda il PSLI, poi PSDI, affermandosi come punto di riferimento per una sinistra europea, laica e atlantista.
È vice primo ministro e ministro degli Esteri negli anni Cinquanta, partecipando alla costruzione di un’Italia democratica, europea e integrata nel blocco occidentale.
Presidente della Repubblica: equilibri e responsabilità
Il 28 dicembre 1964 viene eletto 5º Presidente della Repubblica, grazie a un’inaspettata convergenza tra DC, socialisti, credendo nel dialogo e nella solidarietà politico-istituzionale.
Nei sette anni al Quirinale, firma leggi, nomina senatori a vita come Montale e Nenni, e conferma una linea di equilibrio tra governabilità e diritti civili.
Nel 1966 dona a Roma l’arenile di Castelporziano, destinandolo a spiaggia pubblica, gesto che riflette la sua idea di democrazia come accesso al bene comune.
L’ultimo saluto a Giuseppe Saragat
Giuseppe Saragat muore l’11 giugno 1988 a Roma, all’età di 89 anni.
I funerali vengono celebrati con rito cattolico a Santa Chiara in Vigna Clara, poi la bara transita sotto una piazza Navona gremita, dove risuona l’Internazionale.
È sepolto nel Cimitero del Verano a Roma, vicino alla moglie e ad altre figure della politica italiana.
Giuseppe Saragat nasce a Torino il 19 settembre 1898.
Studia economia all’Università di Torino e, da giovane, partecipa alla Grande Guerra come ufficiale d’artiglieria sul Carso, esperienza che gli forgia disciplina e senso del dovere.
Attratto dalle idee socialiste modeste e riformiste, nel 1922 aderisce al Partito Socialista Unitario, una scelta che segna il suo impegno politico e civile.
Costretto all’esilio nel 1926, attraversa l’Europa — Svizzera, Austria, Francia — dove entra in contatto con le correnti socialdemocratiche mitteleuropee.
Un socialista “democratico” nel cuore caldo del dopoguerra
Tornato in Italia nel 1943, aderisce alla Resistenza e diventa una voce autorevole nel neonato PSIUP, fino a presiederne l’Assemblea Costituente nel 1946.
Nel 1947, alla guida della scissione socialdemocratica, fonda il PSLI, poi PSDI, affermandosi come punto di riferimento per una sinistra europea, laica e atlantista.
È vice primo ministro e ministro degli Esteri negli anni Cinquanta, partecipando alla costruzione di un’Italia democratica, europea e integrata nel blocco occidentale.
Presidente della Repubblica: equilibri e responsabilità
Il 28 dicembre 1964 viene eletto 5º Presidente della Repubblica, grazie a un’inaspettata convergenza tra DC, socialisti, credendo nel dialogo e nella solidarietà politico-istituzionale.
Nei sette anni al Quirinale, firma leggi, nomina senatori a vita come Montale e Nenni, e conferma una linea di equilibrio tra governabilità e diritti civili.
Nel 1966 dona a Roma l’arenile di Castelporziano, destinandolo a spiaggia pubblica, gesto che riflette la sua idea di democrazia come accesso al bene comune.
L’ultimo saluto a Giuseppe Saragat
Giuseppe Saragat muore l’11 giugno 1988 a Roma, all’età di 89 anni.
I funerali vengono celebrati con rito cattolico a Santa Chiara in Vigna Clara, poi la bara transita sotto una piazza Navona gremita, dove risuona l’Internazionale.
È sepolto nel Cimitero del Verano a Roma, vicino alla moglie e ad altre figure della politica italiana.