14 maggio 1998. Muore Frank Sinatra “The voice”, leggenda planetaria e… fino alla luna.

Il 14 maggio 1998 si spegne a Los Angeles Frank Sinatra, a 82 anni, “The voice” leggenda mondiale della musica e dello spettacolo.
Nato a Hoboken, nel New Jersey, da ragazzino Frank è costretto, dalle precarie condizioni economiche della sua famiglia, a fare i lavori più umili. Cresciuto per la strada e non sui banchi di scuola, prima fa lo scaricatore di porto e poi l’imbianchino e lo strillone.
Ma a sedici anni, ha già una sua band, i Turk.
Frank Sinatra passerà alla storia come “The Voice”, per il suo inconfondibile carisma vocale.
Durante la sua carriera incide più di duemiladuecento canzoni per un totale di 166 album, dedicandosi anche, con fortuna, al cinema.
Frank Sinatra: una vita leggendaria come le sue canzoni
Famoso latin lover, si sposa quattro volte: la prima a ventiquattro anni, con Nancy Barbato.
Poi, dal 1951 al 1957, Sinatra ha un’intensa storia d’amore con Ava Gardner, che riempie le cronache rosa dei giornali del tempo.
Soli due anni dura il matrimonio con l’attrice Mia Farrow, ma dal 1976 fino alla sua morte resta a fianco dell’ultima moglie, Barbara Marx.
Da sempre vicino alle cause per i diritti umani, già nei primi anni ’50 si schiera a favore dei neri, vicino al suo inseparabile amico Sammy Davies Jr.
Attraversa una breve crisi professionale dovuta ad una temporanea malattia alle corde vocali. Subito conquista l’Oscar come Migliore Attore non Protagonista grazie al film “Da qui all’eternità”.
All’apice del successo è accusato di legami con la mafia statunitense, soprattutto con il gangster Sam Giancana, proprietario di un casinò a Las Vegas.
“Fly Me to the Moon”, la canzone che arrivò alle stelle
Sinatra ha incantato intere generazioni con la sua voce unica, il suo stile inconfondibile e le sue canzoni diventate patrimonio dell’umanità.
La canzone che forse più lo rappresenta nel mondo è la famosissima My Way, ripresa da moltissimi artisti, e rivisitata in moltissime versioni.
Tra i tanti capolavori interpretati da Frank Sinatra, “Fly Me to the Moon” occupa un posto speciale.
Incisa nel 1964 per l’album It Might as Well Be Swing, arrangiato da Quincy Jones e accompagnato dalla Count Basie Orchestra, la canzone divenne rapidamente uno dei simboli del suo repertorio.
Una curiosità. “Fly Me to the Moon” venne persino suonata durante la missione Apollo 10 e portata nello spazio dagli astronauti dell’Apollo 11, diventando così la colonna sonora dell’umanità in viaggio verso la Luna.
Un trionfo artistico che simboleggiava il sogno, la speranza e l’ambizione dell’epoca.
Un addio commemorato in tutto il mondo
La notizia della morte di Frank Sinatra fece immediatamente il giro del globo.
Le radio trasmisero per giorni interi i suoi brani più celebri.
A Las Vegas, la Strip spense simbolicamente le luci per un minuto, un gesto rarissimo riservato solo alle più grandi leggende.
A New York, la città che aveva fatto da sfondo a tanti suoi successi e immortalata nella iconica “New York, New York”, i taxi esposero nastri neri sui retrovisori in segno di lutto.
Hollywood rese omaggio a “The Voice” illuminando di blu il famoso cartello che domina la collina, in suo onore.
Anche Parigi illuminò la Tour Eiffel con migliaia di luci blu scintillanti.
Frank Sinatra: i funerali e l’epigrafe “The Best Is Yet to Come”
I funerali di Frank Sinatra si tennero il 20 maggio 1998 nella Cattedrale Cattolica di Good Shepherd a Beverly Hills.
Una cerimonia, carica di emozione, a cui presero parte amici, colleghi e celebrità di ogni parte del mondo.
Tra i presenti spiccavano nomi come Gregory Peck, Tony Bennett, Liza Minnelli e Quincy Jones.
Sulla bara fu posto un biglietto con la scritta “The Best Is Yet to Come – il meglio deve ancora venire”, il titolo di un altro dei suoi celebri brani.
Il rito si concluse con la commovente esecuzione di “Put Your Dreams Away”, la canzone che Sinatra volle come saluto finale al suo pubblico.
Venne sepolto al Desert Memorial Park di Cathedral City, in California, con una semplice lapide su cui campeggia la scritta: “The Best Is Yet to Come”. Riascolta qui The Voice!
Laura Persico Pezzino
Il 14 maggio 1998 si spegne a Los Angeles Frank Sinatra, a 82 anni, “The voice” leggenda mondiale della musica e dello spettacolo.
Nato a Hoboken, nel New Jersey, da ragazzino Frank è costretto, dalle precarie condizioni economiche della sua famiglia, a fare i lavori più umili. Cresciuto per la strada e non sui banchi di scuola, prima fa lo scaricatore di porto e poi l’imbianchino e lo strillone.
Ma a sedici anni, ha già una sua band, i Turk.
Frank Sinatra passerà alla storia come “The Voice”, per il suo inconfondibile carisma vocale.
Durante la sua carriera incide più di duemiladuecento canzoni per un totale di 166 album, dedicandosi anche, con fortuna, al cinema.
Frank Sinatra: una vita leggendaria come le sue canzoni
Famoso latin lover, si sposa quattro volte: la prima a ventiquattro anni, con Nancy Barbato.
Poi, dal 1951 al 1957, Sinatra ha un’intensa storia d’amore con Ava Gardner, che riempie le cronache rosa dei giornali del tempo.
Soli due anni dura il matrimonio con l’attrice Mia Farrow, ma dal 1976 fino alla sua morte resta a fianco dell’ultima moglie, Barbara Marx.
Da sempre vicino alle cause per i diritti umani, già nei primi anni ’50 si schiera a favore dei neri, vicino al suo inseparabile amico Sammy Davies Jr.
Attraversa una breve crisi professionale dovuta ad una temporanea malattia alle corde vocali. Subito conquista l’Oscar come Migliore Attore non Protagonista grazie al film “Da qui all’eternità”.
All’apice del successo è accusato di legami con la mafia statunitense, soprattutto con il gangster Sam Giancana, proprietario di un casinò a Las Vegas.
“Fly Me to the Moon”, la canzone che arrivò alle stelle
Sinatra ha incantato intere generazioni con la sua voce unica, il suo stile inconfondibile e le sue canzoni diventate patrimonio dell’umanità.
La canzone che forse più lo rappresenta nel mondo è la famosissima My Way, ripresa da moltissimi artisti, e rivisitata in moltissime versioni.
Tra i tanti capolavori interpretati da Frank Sinatra, “Fly Me to the Moon” occupa un posto speciale.
Incisa nel 1964 per l’album It Might as Well Be Swing, arrangiato da Quincy Jones e accompagnato dalla Count Basie Orchestra, la canzone divenne rapidamente uno dei simboli del suo repertorio.
Una curiosità. “Fly Me to the Moon” venne persino suonata durante la missione Apollo 10 e portata nello spazio dagli astronauti dell’Apollo 11, diventando così la colonna sonora dell’umanità in viaggio verso la Luna.
Un trionfo artistico che simboleggiava il sogno, la speranza e l’ambizione dell’epoca.
Un addio commemorato in tutto il mondo
La notizia della morte di Frank Sinatra fece immediatamente il giro del globo.
Le radio trasmisero per giorni interi i suoi brani più celebri.
A Las Vegas, la Strip spense simbolicamente le luci per un minuto, un gesto rarissimo riservato solo alle più grandi leggende.
A New York, la città che aveva fatto da sfondo a tanti suoi successi e immortalata nella iconica “New York, New York”, i taxi esposero nastri neri sui retrovisori in segno di lutto.
Hollywood rese omaggio a “The Voice” illuminando di blu il famoso cartello che domina la collina, in suo onore.
Anche Parigi illuminò la Tour Eiffel con migliaia di luci blu scintillanti.
Frank Sinatra: i funerali e l’epigrafe “The Best Is Yet to Come”
I funerali di Frank Sinatra si tennero il 20 maggio 1998 nella Cattedrale Cattolica di Good Shepherd a Beverly Hills.
Una cerimonia, carica di emozione, a cui presero parte amici, colleghi e celebrità di ogni parte del mondo.
Tra i presenti spiccavano nomi come Gregory Peck, Tony Bennett, Liza Minnelli e Quincy Jones.
Sulla bara fu posto un biglietto con la scritta “The Best Is Yet to Come – il meglio deve ancora venire”, il titolo di un altro dei suoi celebri brani.
Il rito si concluse con la commovente esecuzione di “Put Your Dreams Away”, la canzone che Sinatra volle come saluto finale al suo pubblico.
Venne sepolto al Desert Memorial Park di Cathedral City, in California, con una semplice lapide su cui campeggia la scritta: “The Best Is Yet to Come”. Riascolta qui The Voice!
Laura Persico Pezzino