18 giugno 1964 Muore Giorgio Morandi, il maestro silenzioso delle nature morte.

Giorgio Morandi nasce a Bologna il 20 luglio 1890.
L’artista si dedica principalmente alla pittura e all’incisione.
Trova nel silenzio delle nature morte un veicolo potente di introspezione.
Le sue nature morte, con bottiglie, vasi e ciotole, emergono dalla quotidianità, mostrando l’essenza degli oggetti attraverso la luce e le ombre.
Morandi dipinge in modo consapevole il reale, lo plasma dentro una dimensione meditativa che riflette il suo rapporto intimo con il mondo.
Tra sperimentazione e coerenza stilistica
Il percorso artistico di Morandi attraversa il Futurismo e la pittura metafisica, per poi approdare a uno stile unico e riconoscibile.
Ama Cézanne, influenzato dai pittori spagnoli come Zurbarán, ma traduce queste suggestioni con un linguaggio visivo sobrio e personale.
Il suo rigore formale e la scelta di colori tenui rendono le sue opere testimonianze di una visione contemplativa e senza tempo.
Giorgio Morandi, un artista radicato nel suo ambiente
Morandi trascorre la maggior parte della vita a Bologna, prima in via Fondazza, poi nella casa-studio di Grizzana — luogo oggi divenuto museo dedicato alla sua figura.
Resta sempre fedele al suo mondo: l’oggettistica semplice diventa protagonista, nitida nella sua presenza silenziosa.
La dipartita e il suo luogo di riposo
Il 18 giugno 1964, Giorgio Morandi si spegne a Bologna dopo un lungo periodo di malattia.
Viene sepolto nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, nella tomba di famiglia all’interno del Campo Carducci, accanto alle sorelle.
La tomba, ornata da un busto realizzato da Giacomo Manzù su progetto di Leone Pancaldi, è testimonianza del riconoscimento delle sue radici e del suo legame con la città.
Giorgio Morandi e il silenzio che parla ancora
L’eredità di Morandi si estende nel tempo.
Ha dipinto circa 1 350 oli, 133 acqueforti e molte acqueforti che esplorano la forma, il tono e lo spazio in modo minimalista.
La sua opera ha influenzato generazioni di pittori, fotografi e scultori, spingendo molti a indagare la bellezza nascosta nel rito del quotidiano.
Nel 1948 riceve il primo premio alla Biennale di Venezia e, anni dopo, le sue nature morte trovano posto in grandi musei internazionali, da Vienna a New York.
V.P.
Giorgio Morandi nasce a Bologna il 20 luglio 1890.
L’artista si dedica principalmente alla pittura e all’incisione.
Trova nel silenzio delle nature morte un veicolo potente di introspezione.
Le sue nature morte, con bottiglie, vasi e ciotole, emergono dalla quotidianità, mostrando l’essenza degli oggetti attraverso la luce e le ombre.
Morandi dipinge in modo consapevole il reale, lo plasma dentro una dimensione meditativa che riflette il suo rapporto intimo con il mondo.
Tra sperimentazione e coerenza stilistica
Il percorso artistico di Morandi attraversa il Futurismo e la pittura metafisica, per poi approdare a uno stile unico e riconoscibile.
Ama Cézanne, influenzato dai pittori spagnoli come Zurbarán, ma traduce queste suggestioni con un linguaggio visivo sobrio e personale.
Il suo rigore formale e la scelta di colori tenui rendono le sue opere testimonianze di una visione contemplativa e senza tempo.
Giorgio Morandi, un artista radicato nel suo ambiente
Morandi trascorre la maggior parte della vita a Bologna, prima in via Fondazza, poi nella casa-studio di Grizzana — luogo oggi divenuto museo dedicato alla sua figura.
Resta sempre fedele al suo mondo: l’oggettistica semplice diventa protagonista, nitida nella sua presenza silenziosa.
La dipartita e il suo luogo di riposo
Il 18 giugno 1964, Giorgio Morandi si spegne a Bologna dopo un lungo periodo di malattia.
Viene sepolto nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, nella tomba di famiglia all’interno del Campo Carducci, accanto alle sorelle.
La tomba, ornata da un busto realizzato da Giacomo Manzù su progetto di Leone Pancaldi, è testimonianza del riconoscimento delle sue radici e del suo legame con la città.
Giorgio Morandi e il silenzio che parla ancora
L’eredità di Morandi si estende nel tempo.
Ha dipinto circa 1 350 oli, 133 acqueforti e molte acqueforti che esplorano la forma, il tono e lo spazio in modo minimalista.
La sua opera ha influenzato generazioni di pittori, fotografi e scultori, spingendo molti a indagare la bellezza nascosta nel rito del quotidiano.
Nel 1948 riceve il primo premio alla Biennale di Venezia e, anni dopo, le sue nature morte trovano posto in grandi musei internazionali, da Vienna a New York.
V.P.