18 maggio 2008. Muore Pietro Cascella, poeta della pietra e della memoria.

Pietro Cascella nasce il 2 febbraio 1921 a Pescara, in una famiglia dove l’arte è quasi una seconda lingua.
Il padre Tommaso, il nonno Basilio e il fratello Andrea sono pittori e scultori, e a Roma Pietro si forma in un ambiente ricco di stimoli.
Studia all’Accademia di Belle Arti e si immerge nei linguaggi modernisti, sperimentando la ceramica, la pittura e infine la scultura monumentale.
Fin dall’inizio, il suo lavoro cerca un dialogo profondo con la materia, modellando forme essenziali e cariche di energia.
Le opere che raccontano il Novecento
Negli anni Cinquanta Pietro Cascella si afferma come uno degli scultori più significativi d’Italia.
La sua poetica unisce la forza arcaica della pietra alla tensione contemporanea, creando opere che sembrano emergere dal tempo stesso.
Tra i suoi capolavori spicca il Memoriale di Auschwitz, realizzato tra il 1957 e il 1967 insieme a Julio Lafuente e altri artisti, un’opera di memoria e di dolore scolpita nella pietra.
Cascella realizza anche grandi monumenti pubblici, come il monumento ai Caduti a Foggia e la porta in bronzo per la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma.
La sua arte non si limita alla scultura monumentale: si esprime anche attraverso opere più intime, capaci di evocare il mistero e la bellezza del mondo.
Pietro Cascella, gli ultimi anni e l’eredità artistica
Negli ultimi anni Pietro Cascella vive e lavora nella Maremma toscana, nella suggestiva residenza di Pescina, trasformata in un vero e proprio laboratorio creativo.
La sua produzione non si interrompe mai: pietre scolpite, architetture visionarie e progetti pubblici si susseguono, testimoniando una ricerca inesauribile.
Il 18 maggio 2008, Pietro Cascella si spegne a Pietrasanta, il luogo simbolo della scultura italiana.
Riposa nel cimitero di Santa Maria a Focette, a Marina di Pietrasanta.
La sua eredità resta viva nel paesaggio italiano e nella memoria di chi sa riconoscere nella scultura un atto di resistenza e di verità.
Pietro Cascella nasce il 2 febbraio 1921 a Pescara, in una famiglia dove l’arte è quasi una seconda lingua.
Il padre Tommaso, il nonno Basilio e il fratello Andrea sono pittori e scultori, e a Roma Pietro si forma in un ambiente ricco di stimoli.
Studia all’Accademia di Belle Arti e si immerge nei linguaggi modernisti, sperimentando la ceramica, la pittura e infine la scultura monumentale.
Fin dall’inizio, il suo lavoro cerca un dialogo profondo con la materia, modellando forme essenziali e cariche di energia.
Le opere che raccontano il Novecento
Negli anni Cinquanta Pietro Cascella si afferma come uno degli scultori più significativi d’Italia.
La sua poetica unisce la forza arcaica della pietra alla tensione contemporanea, creando opere che sembrano emergere dal tempo stesso.
Tra i suoi capolavori spicca il Memoriale di Auschwitz, realizzato tra il 1957 e il 1967 insieme a Julio Lafuente e altri artisti, un’opera di memoria e di dolore scolpita nella pietra.
Cascella realizza anche grandi monumenti pubblici, come il monumento ai Caduti a Foggia e la porta in bronzo per la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma.
La sua arte non si limita alla scultura monumentale: si esprime anche attraverso opere più intime, capaci di evocare il mistero e la bellezza del mondo.
Pietro Cascella, gli ultimi anni e l’eredità artistica
Negli ultimi anni Pietro Cascella vive e lavora nella Maremma toscana, nella suggestiva residenza di Pescina, trasformata in un vero e proprio laboratorio creativo.
La sua produzione non si interrompe mai: pietre scolpite, architetture visionarie e progetti pubblici si susseguono, testimoniando una ricerca inesauribile.
Il 18 maggio 2008, Pietro Cascella si spegne a Pietrasanta, il luogo simbolo della scultura italiana.
Riposa nel cimitero di Santa Maria a Focette, a Marina di Pietrasanta.
La sua eredità resta viva nel paesaggio italiano e nella memoria di chi sa riconoscere nella scultura un atto di resistenza e di verità.