19 maggio 2016. Muore Marco Pannella, il rivoluzionario nonviolento della politica italiana.

Marco Pannella nasce a Teramo il 2 maggio 1930. Il suo vero nome è Giacinto Pannella.
Si laurea in giurisprudenza a soli vent’anni, per poi diventare giornalista professionista.
Ma è la politica ad attrarlo e appassionarlo.
Tanto da diventare il fondatore, segretario e presidente del Partito Radicale, oltre che cofondatore del Partito Radicale Transnazionale.
Per quasi quarant’anni guida il movimento radicale, diventando simbolo di battaglie civili e nonviolente.
Gli esordi e la nascita del Partito Radicale
A vent’anni è già incaricato nazionale universitario del Partito Liberale. Subito dopo diventa presidente dell’Unione Goliardica Italiana e diventa presidente dell’Unione Nazionale degli Studenti Universitari.
Nel 1955, insieme a figure come Ernesto Rossi, Leo Valiani, Norberto Bobbio, Eugenio Scalfari e Guido Calogero, fonda il Partito Radicale. Un “partito nuovo per una politica nuova”.
Nel 1963, in un momento di crisi e divisioni, Pannella assume la segreteria e rilancia l’intera organizzazione.
Marco Pannella e le grandi battaglie: divorzio, aborto, nonviolenza
Dal 1965 guida la campagna per il divorzio, che porterà al trionfo del referendum del 1974.
Sviluppa un dialogo con Aldo Capitini, teorico della nonviolenza, che ispira molti dei suoi digiuni e azioni civili.
Nel 1968 è arrestato a Sofia per aver protestato contro l’invasione della Cecoslovacchia.
Nel 1973 fonda il quotidiano Liberazione, e avvia la campagna per la legalizzazione dell’aborto e delle droghe leggere.
Nel 1978 sostiene posizioni garantiste durante il caso Moro.
Nel 1981, dopo una dura battaglia referendaria, il popolo italiano conferma con il 67,9% dei voti la legge sull’aborto.
Marco Pannella e il garantismo radicale
Quando Enzo Tortora viene ingiustamente arrestato, Pannella e i radicali lo difendono pubblicamente.
Nel 1984 Tortora diventa europarlamentare radicale, simbolo di una giustizia spesso fallace, che Pannella non ha mai smesso di contestare.
La lunga carriera istituzionale
È deputato alla Camera dal 1976 al 1992.
È europarlamentare per più legislature, componente di commissioni cruciali per la cooperazione, i diritti umani e la politica estera dell’Unione Europea.
È anche consigliere comunale e regionale in varie città italiane, tra cui Roma, Napoli, Trieste, Teramo e L’Aquila.
Nel 1992 si presenta con la Lista Pannella, ottenendo il 1,2%.
Nel 1994 appoggia il Polo delle Libertà.
Nel 1999 viene eletto nuovamente al Parlamento europeo con la Lista Bonino.
La morte di Marco Pannella
Marco Pannella affronta decine di scioperi della fame e della sete per i diritti civili, la giustizia, la laicità dello Stato.
Anche negli ultimi anni di vita, continua a combattere per le sue idee, con tenacia e coerenza.
Dopo una lunga malattia, muore ad 86 anni il 19 maggio 2016 a Roma.
LPP
Marco Pannella nasce a Teramo il 2 maggio 1930. Il suo vero nome è Giacinto Pannella.
Si laurea in giurisprudenza a soli vent’anni, per poi diventare giornalista professionista.
Ma è la politica ad attrarlo e appassionarlo.
Tanto da diventare il fondatore, segretario e presidente del Partito Radicale, oltre che cofondatore del Partito Radicale Transnazionale.
Per quasi quarant’anni guida il movimento radicale, diventando simbolo di battaglie civili e nonviolente.
Gli esordi e la nascita del Partito Radicale
A vent’anni è già incaricato nazionale universitario del Partito Liberale. Subito dopo diventa presidente dell’Unione Goliardica Italiana e diventa presidente dell’Unione Nazionale degli Studenti Universitari.
Nel 1955, insieme a figure come Ernesto Rossi, Leo Valiani, Norberto Bobbio, Eugenio Scalfari e Guido Calogero, fonda il Partito Radicale. Un “partito nuovo per una politica nuova”.
Nel 1963, in un momento di crisi e divisioni, Pannella assume la segreteria e rilancia l’intera organizzazione.
Marco Pannella e le grandi battaglie: divorzio, aborto, nonviolenza
Dal 1965 guida la campagna per il divorzio, che porterà al trionfo del referendum del 1974.
Sviluppa un dialogo con Aldo Capitini, teorico della nonviolenza, che ispira molti dei suoi digiuni e azioni civili.
Nel 1968 è arrestato a Sofia per aver protestato contro l’invasione della Cecoslovacchia.
Nel 1973 fonda il quotidiano Liberazione, e avvia la campagna per la legalizzazione dell’aborto e delle droghe leggere.
Nel 1978 sostiene posizioni garantiste durante il caso Moro.
Nel 1981, dopo una dura battaglia referendaria, il popolo italiano conferma con il 67,9% dei voti la legge sull’aborto.
Marco Pannella e il garantismo radicale
Quando Enzo Tortora viene ingiustamente arrestato, Pannella e i radicali lo difendono pubblicamente.
Nel 1984 Tortora diventa europarlamentare radicale, simbolo di una giustizia spesso fallace, che Pannella non ha mai smesso di contestare.
La lunga carriera istituzionale
È deputato alla Camera dal 1976 al 1992.
È europarlamentare per più legislature, componente di commissioni cruciali per la cooperazione, i diritti umani e la politica estera dell’Unione Europea.
È anche consigliere comunale e regionale in varie città italiane, tra cui Roma, Napoli, Trieste, Teramo e L’Aquila.
Nel 1992 si presenta con la Lista Pannella, ottenendo il 1,2%.
Nel 1994 appoggia il Polo delle Libertà.
Nel 1999 viene eletto nuovamente al Parlamento europeo con la Lista Bonino.
La morte di Marco Pannella
Marco Pannella affronta decine di scioperi della fame e della sete per i diritti civili, la giustizia, la laicità dello Stato.
Anche negli ultimi anni di vita, continua a combattere per le sue idee, con tenacia e coerenza.
Dopo una lunga malattia, muore ad 86 anni il 19 maggio 2016 a Roma.
LPP