21 maggio 1639. Muore Tommaso Campanella, il filosofo del sole e della libertà.

Tommaso Campanella nasce a Stilo, in Calabria, nel 1568.
Si distingue presto per una mente brillante e uno spirito insofferente alle convenzioni.
A soli diciassette anni entra nell’ordine domenicano, assumendo il nome di fra Tommaso.
Ma il suo interesse si sposta ben oltre la teologia.
Studia filosofia naturale, si avvicina alle idee di Bernardino Telesio e contesta apertamente il pensiero scolastico dominante.
Questa sete di verità, libera da dogmi, lo mette presto nel mirino dell’Inquisizione.
Tommaso Campanella, il carcere e la nascita della “Città del Sole”
Nel 1599 viene arrestato con l’accusa di cospirazione contro il dominio spagnolo.
Sognava un’insurrezione capace di restituire al popolo dignità, libertà e conoscenza.
Condannato all’ergastolo, subisce torture e passa 27 lunghi anni nelle prigioni di Napoli.
Eppure, proprio tra quelle mura scrive la sua opera più famosa: La città del Sole.
Un testo visionario, che immagina una società ideale fondata sulla condivisione dei beni, la centralità del sapere e la guida della filosofia.
In questa città utopica, il sole illumina ogni aspetto della vita, simbolo di una ragione che non teme l’oscurità.
L’esilio e la ricerca di libertà
Nel 1626, grazie all’intervento di figure influenti, Campanella ottiene la liberazione.
Si stabilisce prima a Roma, poi a Parigi, dove gode della protezione del cardinale Richelieu e di Luigi XIII.
In Francia ritrova una parziale serenità, scrive nuove opere e prosegue le sue riflessioni su scienza, fede e politica.
Ma il sogno di una società giusta e illuminata resta lontano dal mondo reale.
La fine e la memoria
Tommaso Campanella muore a Parigi il 21 maggio 1639, nel convento di Saint-Honoré.
Il luogo della sua tomba non è oggi identificabile con certezza.
Si ritiene che sia stato sepolto nello stesso convento, ma le tracce della sepoltura sono andate perdute nel tempo.
Resta però vivo il pensiero di un filosofo che ha pagato con la prigione e l’esilio il coraggio di sognare un mondo diverso.
Un mondo dove il sole della ragione potesse rischiarare la vita degli uomini.
Tommaso Campanella nasce a Stilo, in Calabria, nel 1568.
Si distingue presto per una mente brillante e uno spirito insofferente alle convenzioni.
A soli diciassette anni entra nell’ordine domenicano, assumendo il nome di fra Tommaso.
Ma il suo interesse si sposta ben oltre la teologia.
Studia filosofia naturale, si avvicina alle idee di Bernardino Telesio e contesta apertamente il pensiero scolastico dominante.
Questa sete di verità, libera da dogmi, lo mette presto nel mirino dell’Inquisizione.
Tommaso Campanella, il carcere e la nascita della “Città del Sole”
Nel 1599 viene arrestato con l’accusa di cospirazione contro il dominio spagnolo.
Sognava un’insurrezione capace di restituire al popolo dignità, libertà e conoscenza.
Condannato all’ergastolo, subisce torture e passa 27 lunghi anni nelle prigioni di Napoli.
Eppure, proprio tra quelle mura scrive la sua opera più famosa: La città del Sole.
Un testo visionario, che immagina una società ideale fondata sulla condivisione dei beni, la centralità del sapere e la guida della filosofia.
In questa città utopica, il sole illumina ogni aspetto della vita, simbolo di una ragione che non teme l’oscurità.
L’esilio e la ricerca di libertà
Nel 1626, grazie all’intervento di figure influenti, Campanella ottiene la liberazione.
Si stabilisce prima a Roma, poi a Parigi, dove gode della protezione del cardinale Richelieu e di Luigi XIII.
In Francia ritrova una parziale serenità, scrive nuove opere e prosegue le sue riflessioni su scienza, fede e politica.
Ma il sogno di una società giusta e illuminata resta lontano dal mondo reale.
La fine e la memoria
Tommaso Campanella muore a Parigi il 21 maggio 1639, nel convento di Saint-Honoré.
Il luogo della sua tomba non è oggi identificabile con certezza.
Si ritiene che sia stato sepolto nello stesso convento, ma le tracce della sepoltura sono andate perdute nel tempo.
Resta però vivo il pensiero di un filosofo che ha pagato con la prigione e l’esilio il coraggio di sognare un mondo diverso.
Un mondo dove il sole della ragione potesse rischiarare la vita degli uomini.