22 maggio 1873. Muore Alessandro Manzoni, autore dei Promessi Sposi.

Alessandro Manzoni muore a Milano il 22 maggio 1873, lasciando un segno profondo nella letteratura italiana e nella coscienza collettiva del Paese.
La sua vita attraversa le grandi trasformazioni dell’Ottocento, e i suoi scritti accompagnano l’Italia nel percorso verso l’unità e la modernità.
Nato a Milano il 7 marzo 1785, Manzoni cresce in un ambiente intellettuale vivace, ma si distacca presto dalle mode letterarie per cercare una scrittura autentica, nutrita di fede, ragione e impegno civile.
Il suo capolavoro, “I Promessi Sposi”, pubblicato nella versione definitiva nel 1840, non è solo un romanzo storico, ma un’opera che riflette sul senso della giustizia, della Provvidenza e del potere.
Alessandro Manzoni, la lingua, la fede e la ricerca del vero
Manzoni rivoluziona il panorama culturale del suo tempo anche con il suo lavoro linguistico.
Lavora instancabilmente alla “risciacquatura in Arno” della lingua, scegliendo il fiorentino colto come modello dell’italiano nazionale.
Con “I Promessi Sposi”, Manzoni dà voce a un’Italia in cerca di unità, fondendo la narrazione popolare con riflessioni profonde sull’etica, la religione e la storia.
Accanto alla narrativa, scrive anche tragedie come “Adelchi” e poesie come “Il cinque maggio”, dedicata a Napoleone, che rivelano la sua costante attenzione per il rapporto tra l’uomo e il destino.
Manzoni vive una profonda spiritualità, rafforzata da una conversione al cattolicesimo che segna anche la sua produzione letteraria.
Non è un autore isolato: corrisponde con intellettuali e politici, osserva il presente e lo trasforma in letteratura.
La morte e l’eredità di uno scrittore eterno
Alessandro Manzoni muore a 88 anni, in seguito alle conseguenze di una caduta.
La sua scomparsa commuove l’intera nazione: i funerali, celebrati nella chiesa di San Marco, attirano una folla imponente.
Viene sepolto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, accanto ai più grandi del pensiero italiano.
A distanza di anni, Manzoni resta un punto fermo.
Rileggere le sue pagine significa ascoltare ancora oggi la voce di un’Italia che cerca giustizia, dignità e speranza.
Alessandro Manzoni muore a Milano il 22 maggio 1873, lasciando un segno profondo nella letteratura italiana e nella coscienza collettiva del Paese.
La sua vita attraversa le grandi trasformazioni dell’Ottocento, e i suoi scritti accompagnano l’Italia nel percorso verso l’unità e la modernità.
Nato a Milano il 7 marzo 1785, Manzoni cresce in un ambiente intellettuale vivace, ma si distacca presto dalle mode letterarie per cercare una scrittura autentica, nutrita di fede, ragione e impegno civile.
Il suo capolavoro, “I Promessi Sposi”, pubblicato nella versione definitiva nel 1840, non è solo un romanzo storico, ma un’opera che riflette sul senso della giustizia, della Provvidenza e del potere.
Alessandro Manzoni, la lingua, la fede e la ricerca del vero
Manzoni rivoluziona il panorama culturale del suo tempo anche con il suo lavoro linguistico.
Lavora instancabilmente alla “risciacquatura in Arno” della lingua, scegliendo il fiorentino colto come modello dell’italiano nazionale.
Con “I Promessi Sposi”, Manzoni dà voce a un’Italia in cerca di unità, fondendo la narrazione popolare con riflessioni profonde sull’etica, la religione e la storia.
Accanto alla narrativa, scrive anche tragedie come “Adelchi” e poesie come “Il cinque maggio”, dedicata a Napoleone, che rivelano la sua costante attenzione per il rapporto tra l’uomo e il destino.
Manzoni vive una profonda spiritualità, rafforzata da una conversione al cattolicesimo che segna anche la sua produzione letteraria.
Non è un autore isolato: corrisponde con intellettuali e politici, osserva il presente e lo trasforma in letteratura.
La morte e l’eredità di uno scrittore eterno
Alessandro Manzoni muore a 88 anni, in seguito alle conseguenze di una caduta.
La sua scomparsa commuove l’intera nazione: i funerali, celebrati nella chiesa di San Marco, attirano una folla imponente.
Viene sepolto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, accanto ai più grandi del pensiero italiano.
A distanza di anni, Manzoni resta un punto fermo.
Rileggere le sue pagine significa ascoltare ancora oggi la voce di un’Italia che cerca giustizia, dignità e speranza.