28 maggio 2016. Muore Giorgio Albertazzi, maestro del teatro italiano.

Giorgio Albertazzi nasce a Fi esole il 20 agosto 1923.
La sua vita è un intreccio intenso di arte, passione e memoria.
Studia giurisprudenza, ma presto la vocazione per il teatro prende il sopravvento.
Dopo la guerra, segnata dalla sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana e da anni di carcere, si reinventa come attore.
Debutta a teatro nel 1949 con Troilo e Cressida di Shakespeare, diretto da Luchino Visconti.
Da lì inizia un percorso che lo porterà a essere uno dei più grandi interpreti della scena italiana del Novecento.
Giorgio Albertazzi, tra teatro, cinema e televisione
Giorgio Albertazzi diventa un volto familiare anche al grande pubblico grazie alla televisione.
Negli anni Sessanta conquista il pubblico con la lettura scenica della Divina Commedia e con le sue apparizioni nei grandi sceneggiati Rai.
Al cinema lavora con registi di spicco, tra cui Michelangelo Antonioni e Alain Resnais.
Indimenticabile il suo ruolo in L’anno scorso a Marienbad, capolavoro del cinema d’avanguardia europeo.
Ma è il teatro il suo regno.
La sua voce calda e profonda, la capacità di interpretare Shakespeare, Dante, Pirandello e Leopardi, fanno di lui un attore-simbolo.
Un punto di riferimento per intere generazioni di artisti e spettatori.
Il maestro e il testimone
Albertazzi non è solo un attore, è anche regista, scrittore, insegnante.
Tiene corsi e seminari, scrive libri, dirige teatri.
Nel 2003 diventa direttore artistico del Teatro di Roma.
Il suo approccio è colto, visionario, sempre in dialogo con la tradizione e con la contemporaneità.
Nelle sue interpretazioni si intrecciano l’amore per il sapere e una tensione costante verso la verità.
Riesce a rendere vivo il passato, attuale il mito, personale ogni parola recitata.
L’addio di una nazione
Giorgio Albertazzi muore a Roma il 28 maggio 2016.
Aveva 92 anni e ancora lavorava a progetti teatrali.
Viene sepolto nel cimitero della Misericordia di Grosseto.
Il palcoscenico, senza di lui, resta silenzioso.
Giorgio Albertazzi nasce a Fi esole il 20 agosto 1923.
La sua vita è un intreccio intenso di arte, passione e memoria.
Studia giurisprudenza, ma presto la vocazione per il teatro prende il sopravvento.
Dopo la guerra, segnata dalla sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana e da anni di carcere, si reinventa come attore.
Debutta a teatro nel 1949 con Troilo e Cressida di Shakespeare, diretto da Luchino Visconti.
Da lì inizia un percorso che lo porterà a essere uno dei più grandi interpreti della scena italiana del Novecento.
Giorgio Albertazzi, tra teatro, cinema e televisione
Giorgio Albertazzi diventa un volto familiare anche al grande pubblico grazie alla televisione.
Negli anni Sessanta conquista il pubblico con la lettura scenica della Divina Commedia e con le sue apparizioni nei grandi sceneggiati Rai.
Al cinema lavora con registi di spicco, tra cui Michelangelo Antonioni e Alain Resnais.
Indimenticabile il suo ruolo in L’anno scorso a Marienbad, capolavoro del cinema d’avanguardia europeo.
Ma è il teatro il suo regno.
La sua voce calda e profonda, la capacità di interpretare Shakespeare, Dante, Pirandello e Leopardi, fanno di lui un attore-simbolo.
Un punto di riferimento per intere generazioni di artisti e spettatori.
Il maestro e il testimone
Albertazzi non è solo un attore, è anche regista, scrittore, insegnante.
Tiene corsi e seminari, scrive libri, dirige teatri.
Nel 2003 diventa direttore artistico del Teatro di Roma.
Il suo approccio è colto, visionario, sempre in dialogo con la tradizione e con la contemporaneità.
Nelle sue interpretazioni si intrecciano l’amore per il sapere e una tensione costante verso la verità.
Riesce a rendere vivo il passato, attuale il mito, personale ogni parola recitata.
L’addio di una nazione
Giorgio Albertazzi muore a Roma il 28 maggio 2016.
Aveva 92 anni e ancora lavorava a progetti teatrali.
Viene sepolto nel cimitero della Misericordia di Grosseto.
Il palcoscenico, senza di lui, resta silenzioso.