3 giugno 1924. Muore Franz Kafka, autore de “La metamorfosi” e scrittore dell’inquietudine.

Franz Kafka nasce il 3 luglio 1883 a Praga, in una famiglia ebrea della media borghesia.
Studia legge per accontentare il padre, ma è nella letteratura che trova il suo respiro più autentico.
Scrive di notte, tra un lavoro d’ufficio e l’altro, inseguendo parole che scavano nell’inconscio.
La sua esistenza è segnata da un costante senso di inadeguatezza, da un rapporto complesso con il padre e da una salute fragile.
Dal 1917, la tubercolosi lo accompagna come un’ombra silenziosa.
Franz Kafka, l’inventore dell’assurdo moderno
Franz Kafka non cerca il successo e chiede all’amico Max Brod di distruggere tutte le sue opere.
Ma Brod disobbedisce.
Così il mondo scopre capolavori come La metamorfosi, Il processo e Il castello.
Storie che sembrano sogni claustrofobici, popolate da figure anonime, poteri oscuri e logiche incomprensibili.
Kafka racconta l’uomo moderno con uno sguardo spietato e compassionevole insieme.
Ogni suo personaggio si muove in un universo familiare ma fuori controllo.
L’aggettivo “kafkiano” entra nel vocabolario per descrivere situazioni assurde e opprimenti, prive di via d’uscita.
Questo termine riconosce la forza della sua visione e la potenza della sua scrittura.
La morte e il silenzio che resta
Franz Kafka muore il 3 giugno 1924, in una clinica vicino a Vienna.
Ha solo 40 anni, ma lascia un’eredità che segna per sempre la letteratura del Novecento.
Riposa nel Nuovo Cimitero Ebraico di Praga, accanto ai genitori.
Sulla tomba è inciso soltanto: “Dr. Franz Kafka 1883–1924”.
L’eredità di uno scrittore senza tempo
Kafka scrive in tedesco, ma parla all’umanità intera.
I suoi testi restano attuali, letti e amati da chi si sente perso e cerca risposte nell’assurdo quotidiano.
La sua voce continua a risuonare, discreta e inconfondibile, tra le pagine della letteratura mondiale.
VP
Franz Kafka nasce il 3 luglio 1883 a Praga, in una famiglia ebrea della media borghesia.
Studia legge per accontentare il padre, ma è nella letteratura che trova il suo respiro più autentico.
Scrive di notte, tra un lavoro d’ufficio e l’altro, inseguendo parole che scavano nell’inconscio.
La sua esistenza è segnata da un costante senso di inadeguatezza, da un rapporto complesso con il padre e da una salute fragile.
Dal 1917, la tubercolosi lo accompagna come un’ombra silenziosa.
Franz Kafka, l’inventore dell’assurdo moderno
Franz Kafka non cerca il successo e chiede all’amico Max Brod di distruggere tutte le sue opere.
Ma Brod disobbedisce.
Così il mondo scopre capolavori come La metamorfosi, Il processo e Il castello.
Storie che sembrano sogni claustrofobici, popolate da figure anonime, poteri oscuri e logiche incomprensibili.
Kafka racconta l’uomo moderno con uno sguardo spietato e compassionevole insieme.
Ogni suo personaggio si muove in un universo familiare ma fuori controllo.
L’aggettivo “kafkiano” entra nel vocabolario per descrivere situazioni assurde e opprimenti, prive di via d’uscita.
Questo termine riconosce la forza della sua visione e la potenza della sua scrittura.
La morte e il silenzio che resta
Franz Kafka muore il 3 giugno 1924, in una clinica vicino a Vienna.
Ha solo 40 anni, ma lascia un’eredità che segna per sempre la letteratura del Novecento.
Riposa nel Nuovo Cimitero Ebraico di Praga, accanto ai genitori.
Sulla tomba è inciso soltanto: “Dr. Franz Kafka 1883–1924”.
L’eredità di uno scrittore senza tempo
Kafka scrive in tedesco, ma parla all’umanità intera.
I suoi testi restano attuali, letti e amati da chi si sente perso e cerca risposte nell’assurdo quotidiano.
La sua voce continua a risuonare, discreta e inconfondibile, tra le pagine della letteratura mondiale.
VP