7 giugno 2008. Muore Dino Risi, il regista che ha raccontato luci e ombre dell’Italia del dopoguerra.

Dino Risi nasce a Milano il 23 dicembre 1916.
Studia medicina e si laurea specializzandosi in psichiatria, ma è il cinema a conquistarlo.
La sua carriera comincia dietro le quinte, come assistente alla regia e autore di cortometraggi e documentari.
Negli anni ’50 arriva il successo: è con la commedia “all’italiana” che Risi trova la sua vera voce.
Una voce capace di osservare l’Italia del dopoguerra con ironia, tenerezza e uno sguardo impietoso sulle sue contraddizioni.
Un talento che unisce comicità e riflessione
Dino Risi non si accontenta di far ridere.
Vuole raccontare.
Vuole mostrare cosa si cela dietro la facciata allegra di un popolo in cerca di felicità.
I suoi film diventano specchi della società italiana, in cui convivono leggerezza e disincanto, sogni e disillusioni.
Capolavori come Il sorpasso, antesignano dei road movie americani, I mostri e Profumo di donna restano scolpiti nella memoria collettiva.
Attraverso personaggi magistralmente interpretati da attori come Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi, Risi porta sullo schermo un’Italia vivace e fragile.
Sa cogliere l’essenza delle persone e dei tempi con uno stile che unisce profondità e immediatezza, comicità e dramma.
Ogni film è un ritratto umano e sociale, lucido e affettuoso allo stesso tempo.
Dino Risi e l’ultimo ciak
Dino Risi muore il 7 giugno 2008, a Roma, all’età di 91 anni.
Riposa nel cimitero Flaminio di Prima Porta.
La sua eredità continua a vivere ogni volta che una pellicola fa scorrere la sua firma in apertura.
Risi non si limita a raccontare l’Italia: la guarda negli occhi, la comprende, la abbraccia.
E lo fa, con maestria e amore, fino all’ultimo ciak.
Dino Risi nasce a Milano il 23 dicembre 1916.
Studia medicina e si laurea specializzandosi in psichiatria, ma è il cinema a conquistarlo.
La sua carriera comincia dietro le quinte, come assistente alla regia e autore di cortometraggi e documentari.
Negli anni ’50 arriva il successo: è con la commedia “all’italiana” che Risi trova la sua vera voce.
Una voce capace di osservare l’Italia del dopoguerra con ironia, tenerezza e uno sguardo impietoso sulle sue contraddizioni.
Un talento che unisce comicità e riflessione
Dino Risi non si accontenta di far ridere.
Vuole raccontare.
Vuole mostrare cosa si cela dietro la facciata allegra di un popolo in cerca di felicità.
I suoi film diventano specchi della società italiana, in cui convivono leggerezza e disincanto, sogni e disillusioni.
Capolavori come Il sorpasso, antesignano dei road movie americani, I mostri e Profumo di donna restano scolpiti nella memoria collettiva.
Attraverso personaggi magistralmente interpretati da attori come Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi, Risi porta sullo schermo un’Italia vivace e fragile.
Sa cogliere l’essenza delle persone e dei tempi con uno stile che unisce profondità e immediatezza, comicità e dramma.
Ogni film è un ritratto umano e sociale, lucido e affettuoso allo stesso tempo.
Dino Risi e l’ultimo ciak
Dino Risi muore il 7 giugno 2008, a Roma, all’età di 91 anni.
Riposa nel cimitero Flaminio di Prima Porta.
La sua eredità continua a vivere ogni volta che una pellicola fa scorrere la sua firma in apertura.
Risi non si limita a raccontare l’Italia: la guarda negli occhi, la comprende, la abbraccia.
E lo fa, con maestria e amore, fino all’ultimo ciak.