8 maggio 1982. Muore Gilles Villeneuve, il cuore della Ferrari

Gilles Villeneuve nasce il 18 gennaio 1950 a Saint-Jean-sur-Richelieu, in Québec.
Cresce in un ambiente semplice, dove la passione per la velocità si manifesta prima con le motoslitte, poi con le corse su pista.
La neve gli insegna il controllo e l’istinto, qualità che diventeranno il suo marchio di fabbrica.
Dopo aver dominato la Formula Atlantic in Nord America, attira l’attenzione della McLaren e debutta in Formula 1 nel 1977.
Ma è Enzo Ferrari a riconoscere in lui un talento raro, tanto da volerlo a tutti i costi nella sua scuderia.
Il numero 27 diventa leggenda
Con la Ferrari, Gilles Villeneuve si trasforma in un mito.
Non è solo un pilota veloce: è uno che guida con l’anima.
Ogni curva, ogni sorpasso, racconta un atto di coraggio puro.
In carriera ottiene sei vittorie e tredici podi, ma mai un titolo mondiale.
Eppure, per milioni di tifosi, resta il più grande.
Il numero 27, cucito sulla sua Ferrari, diventa un simbolo di audacia e amore per la corsa.
La sua rivalità interna con il compagno di squadra Didier Pironi nel 1982 accende il paddock e segna profondamente gli ultimi mesi della sua vita.
Zolder, l’ultima corsa
L’8 maggio 1982, durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio, Villeneuve perde la vita in un tragico incidente.
Nel tentativo di migliorare il proprio tempo, si scontra con la vettura di Jochen Mass.
La Ferrari decolla e si spezza in più parti.
Gilles viene sbalzato fuori, privo di casco e gravemente ferito.
Trasportato d’urgenza all’ospedale di Lovanio, viene dichiarato cerebralmente morto poche ore dopo.
La moglie Joanna autorizza l’interruzione dei supporti vitali quella sera stessa.
Gilles aveva solo 32 anni.
Il ricordo di un uomo mai dimenticato
Il funerale si svolge il 12 maggio nella sua città natale, Berthierville, in Québec.
Partecipano migliaia di persone, tra cui politici, colleghi e appassionati da tutto il mondo.
Le sue ceneri riposano nel cimitero locale, accanto ai suoi familiari.
Non c’è epitaffio sulla sua tomba, ma basta il nome: Gilles Villeneuve.
Un uomo che ha corso ogni giro come fosse l’ultimo.
Gilles Villeneuve nasce il 18 gennaio 1950 a Saint-Jean-sur-Richelieu, in Québec.
Cresce in un ambiente semplice, dove la passione per la velocità si manifesta prima con le motoslitte, poi con le corse su pista.
La neve gli insegna il controllo e l’istinto, qualità che diventeranno il suo marchio di fabbrica.
Dopo aver dominato la Formula Atlantic in Nord America, attira l’attenzione della McLaren e debutta in Formula 1 nel 1977.
Ma è Enzo Ferrari a riconoscere in lui un talento raro, tanto da volerlo a tutti i costi nella sua scuderia.
Il numero 27 diventa leggenda
Con la Ferrari, Gilles Villeneuve si trasforma in un mito.
Non è solo un pilota veloce: è uno che guida con l’anima.
Ogni curva, ogni sorpasso, racconta un atto di coraggio puro.
In carriera ottiene sei vittorie e tredici podi, ma mai un titolo mondiale.
Eppure, per milioni di tifosi, resta il più grande.
Il numero 27, cucito sulla sua Ferrari, diventa un simbolo di audacia e amore per la corsa.
La sua rivalità interna con il compagno di squadra Didier Pironi nel 1982 accende il paddock e segna profondamente gli ultimi mesi della sua vita.
Zolder, l’ultima corsa
L’8 maggio 1982, durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio, Villeneuve perde la vita in un tragico incidente.
Nel tentativo di migliorare il proprio tempo, si scontra con la vettura di Jochen Mass.
La Ferrari decolla e si spezza in più parti.
Gilles viene sbalzato fuori, privo di casco e gravemente ferito.
Trasportato d’urgenza all’ospedale di Lovanio, viene dichiarato cerebralmente morto poche ore dopo.
La moglie Joanna autorizza l’interruzione dei supporti vitali quella sera stessa.
Gilles aveva solo 32 anni.
Il ricordo di un uomo mai dimenticato
Il funerale si svolge il 12 maggio nella sua città natale, Berthierville, in Québec.
Partecipano migliaia di persone, tra cui politici, colleghi e appassionati da tutto il mondo.
Le sue ceneri riposano nel cimitero locale, accanto ai suoi familiari.
Non c’è epitaffio sulla sua tomba, ma basta il nome: Gilles Villeneuve.
Un uomo che ha corso ogni giro come fosse l’ultimo.