Agenzie Funebri costrette a fare da taxi ai medici?

Agenzie Funebri costrette a fare da taxi ai medici? Il caso di Ischia arriva all’ASL
Sull’isola d’Ischia è esploso un caso che coinvolge le agenzie funebri locali e l’azienda sanitaria Napoli 2 Nord.
Una di queste imprese ha infatti inviato un esposto formale alla direzione dell’ASL denunciando una prassi ritenuta inaccettabile: i medici reperibili, incaricati di effettuare i prelievi biologici obbligatori prima delle cremazioni, pretenderebbero di essere trasportati da e verso la sede dell’ASL direttamente dai carri funebri o dai mezzi delle imprese del settore.
Secondo quanto dichiarato dai titolari dell’agenzia, si tratta di una consuetudine che nulla ha a che vedere con le mansioni del servizio funebre. “Non siamo taxi per i medici.
Non è un compito previsto dalla nostra attività e non esiste alcuna norma che ci obblighi a svolgerlo”, si legge nell’esposto.
Il nodo riguarda la pratica obbligatoria del prelievo biologico che precede la cremazione.
A eseguirlo è un medico dell’ASL reperibile, ma sull’isola mancherebbero mezzi dedicati per il suo spostamento.
Da qui la richiesta, spesso pretesa, di accompagnamento da parte delle agenzie funebri, come avvenuto in un recente caso documentato nell’esposto.
Il medico, secondo il racconto, avrebbe chiesto di essere prelevato presso la sede di Fiaiano e riaccompagnato al termine dell’operazione.
Gli imprenditori del settore non ci stanno: “Svolgere questo servizio significa sottrarre mezzi, personale e risorse economiche alla nostra attività vera e propria. Inoltre, le famiglie dei defunti pagano già 60 euro all’ASL per il servizio di prelievo biologico.
Perché il costo deve poi ricadere, anche indirettamente, sulle imprese?”
La richiesta dell’agenzia funebre è chiara: l’ASL deve dotarsi di mezzi propri e cessare di appoggiarsi, senza un valido motivo, a imprese private per un servizio che spetta unicamente all’azienda sanitaria.
Fonti informali vicine all’ambiente sanitario confermano la prassi: in assenza di un’organizzazione strutturata e di veicoli aziendali, i medici reperibili sono soliti chiedere supporto logistico alle agenzie.
Resta tuttavia aperto il dibattito sulla legittimità di questa pratica, che potrebbe configurarsi come una forzatura organizzativa più che una soluzione accettabile.
La vicenda accende così i riflettori su una questione più ampia: la gestione dei servizi sanitari in contesti territoriali particolari, come le isole minori, dove le distanze e le difficoltà logistiche richiederebbero soluzioni dedicate, anziché pesare sulle imprese private.
Nel frattempo, le agenzie funebri ribadiscono il loro ruolo: “Non siamo autisti per conto dell’ASL.
Il rispetto dei ruoli e delle competenze è fondamentale, soprattutto quando a pagare sono le famiglie dei defunti.”
Agenzie Funebri costrette a fare da taxi ai medici? Il caso di Ischia arriva all’ASL
Sull’isola d’Ischia è esploso un caso che coinvolge le agenzie funebri locali e l’azienda sanitaria Napoli 2 Nord.
Una di queste imprese ha infatti inviato un esposto formale alla direzione dell’ASL denunciando una prassi ritenuta inaccettabile: i medici reperibili, incaricati di effettuare i prelievi biologici obbligatori prima delle cremazioni, pretenderebbero di essere trasportati da e verso la sede dell’ASL direttamente dai carri funebri o dai mezzi delle imprese del settore.
Secondo quanto dichiarato dai titolari dell’agenzia, si tratta di una consuetudine che nulla ha a che vedere con le mansioni del servizio funebre. “Non siamo taxi per i medici.
Non è un compito previsto dalla nostra attività e non esiste alcuna norma che ci obblighi a svolgerlo”, si legge nell’esposto.
Il nodo riguarda la pratica obbligatoria del prelievo biologico che precede la cremazione.
A eseguirlo è un medico dell’ASL reperibile, ma sull’isola mancherebbero mezzi dedicati per il suo spostamento.
Da qui la richiesta, spesso pretesa, di accompagnamento da parte delle agenzie funebri, come avvenuto in un recente caso documentato nell’esposto.
Il medico, secondo il racconto, avrebbe chiesto di essere prelevato presso la sede di Fiaiano e riaccompagnato al termine dell’operazione.
Gli imprenditori del settore non ci stanno: “Svolgere questo servizio significa sottrarre mezzi, personale e risorse economiche alla nostra attività vera e propria. Inoltre, le famiglie dei defunti pagano già 60 euro all’ASL per il servizio di prelievo biologico.
Perché il costo deve poi ricadere, anche indirettamente, sulle imprese?”
La richiesta dell’agenzia funebre è chiara: l’ASL deve dotarsi di mezzi propri e cessare di appoggiarsi, senza un valido motivo, a imprese private per un servizio che spetta unicamente all’azienda sanitaria.
Fonti informali vicine all’ambiente sanitario confermano la prassi: in assenza di un’organizzazione strutturata e di veicoli aziendali, i medici reperibili sono soliti chiedere supporto logistico alle agenzie.
Resta tuttavia aperto il dibattito sulla legittimità di questa pratica, che potrebbe configurarsi come una forzatura organizzativa più che una soluzione accettabile.
La vicenda accende così i riflettori su una questione più ampia: la gestione dei servizi sanitari in contesti territoriali particolari, come le isole minori, dove le distanze e le difficoltà logistiche richiederebbero soluzioni dedicate, anziché pesare sulle imprese private.
Nel frattempo, le agenzie funebri ribadiscono il loro ruolo: “Non siamo autisti per conto dell’ASL.
Il rispetto dei ruoli e delle competenze è fondamentale, soprattutto quando a pagare sono le famiglie dei defunti.”



















































































