Ferrara: la bara sepolta è vuota e la salma è in ospedale.

Un errore gravissimo che scuote Ferrara e il mondo dei servizi funebri
La estumulazione eseguita il 20 novembre nel cimitero di Ferrara conferma l’impensabile: la bara sepolta è vuota. Questi i fatti. La bara, che avrebbe dovuto contenere la salma di una signora di 86 anni tumulata il 10 novembre, risulta completamente vuota. La salma dell’anziana signora, deceduta all’ospedale di Lagosanto, è rimasta in obitorio per un disguido operativo che coinvolge l’Agenzia Amsef – l’agenzia di onoranze funebri controllata dal Comune di Ferrara – e un’agenzia privata incaricata del trasporto. L’episodio colpisce profondamente la comunità, ma anche il settore delle imprese funebri, perché evidenzia una falla in una fase delicatissima del servizio funebre. La vicenda dimostra con forza l’assoluta necessità di maggiori controlli, verifiche puntuali e trasparenza a tutela dei cittadini che affrontano un lutto.
La segnalazione dell’ospedale e l’allarme sulla salma non ritirata
Il caso emerge quando dall’ospedale di Lagosanto arriva una comunicazione urgente. Gli operatori segnalano che la salma dell’anziana non è mai stata “ritirata” dall’obitorio. La notizia mette in allerta l’Amsef, poiché il funerale si è già svolto e la bara risulta tumulata da giorni. Si impone così un controllo immediato sull’intera procedura. L’estumulazione diventa inevitabile e conferma che il feretro sepolto non contiene alcun corpo.
La ricostruzione di Amsef e il ruolo dell’agenzia privata
Questa la ricostruzione di Amsef. Tutto inizia il 10 novembre, quando a Ferrara vengono celebrati i funerali di una donna di 86 anni deceduta all’Ospedale del Delta di Lagosanto in provincia di Ferrara. Alla famiglia era stato comunicato che la salma sarebbe rimasta all’ospedale sede del decesso fino alla celebrazione delle esequie. Dopo alcuni giorni però dall’ospedale della provincia arriva all’Amsef una comunicazione per sapere quando sarebbe avvenuto il “ritiro” del corpo della signora, che risultava ancora conservato nelle celle frigorifere, in attesa della sepoltura. Da qui scatta l’allarme per capire cosa fosse avvenuto.
Secondo la versione fornita da Amsef, l’agenzia privata incaricata del trasporto avrebbe portato in ospedale una bara già chiusa. Gli operatori comunali, trovando il feretro chiuso, lo avrebbero preso in carico senza verificare la presenza della salma all’interno. La cassa è stata quindi trasportata a Ferrara e impiegata per il rito funebre, generando la grave anomalia poi scoperta.
La catena di errori e le evidenti negligenze rivelano quanto sia fragile il sistema quando mancano verifiche formali e controlli incrociati.
La bara chiusa senza verificare che la salma fosse all’interno
L’estumulazione conferma definitivamente l’assenza della salma e dimostra che l’anomalia, inizialmente considerata probabile, è reale e gravissima. La salma della donna resta all’ospedale di Lagosanto in attesa delle procedure corrette per la sepoltura. L’episodio apre un dibattito urgente sulla necessità di protocolli più severi e di sistemi di controllo che impediscano errori simili.
L’esposto in Procura e le verifiche interne di Amsef
Amsef presenta un esposto alla Procura della Repubblica, che ora indaga sull’intera catena degli eventi. La società avvia anche un’indagine interna per identificare le responsabilità. In una nota ufficiale, l’azienda comunale dichiara che applicherà misure disciplinari se emergeranno omissioni o irregolarità. Le verifiche proseguiranno fino alla completa ricostruzione dei fatti e all’adozione delle misure correttive necessarie. Nel frattempo la EFI, una delle associazioni di categoria presenti sul territorio, ha ritenuto di intervenire con un proprio comunicato stampa in merito.
Andando oltre qualunque presa di posizione la vicenda dimostra, ancora una volta, quanto sia urgente rafforzare controlli, regolamenti, processi di verifica e formazione degli operatori nell’ambito delle attività funebri.
Ricordiamo ancora una volta che i servizi funebri sono servizi alla persona e in quanto tali meritano attenzione e cura.
Nel settore funerario solo con trasparenza, professionalità, formazione adeguata e protocolli di lavoro rigorosi è possibile tutelare davvero coloro che si trovano ad affrontare la morte: uno dei momenti di maggiore fragilità della vita.
Laura Persico Pezzino
Un errore gravissimo che scuote Ferrara e il mondo dei servizi funebri
La estumulazione eseguita il 20 novembre nel cimitero di Ferrara conferma l’impensabile: la bara sepolta è vuota. Questi i fatti. La bara, che avrebbe dovuto contenere la salma di una signora di 86 anni tumulata il 10 novembre, risulta completamente vuota. La salma dell’anziana signora, deceduta all’ospedale di Lagosanto, è rimasta in obitorio per un disguido operativo che coinvolge l’Agenzia Amsef – l’agenzia di onoranze funebri controllata dal Comune di Ferrara – e un’agenzia privata incaricata del trasporto. L’episodio colpisce profondamente la comunità, ma anche il settore delle imprese funebri, perché evidenzia una falla in una fase delicatissima del servizio funebre. La vicenda dimostra con forza l’assoluta necessità di maggiori controlli, verifiche puntuali e trasparenza a tutela dei cittadini che affrontano un lutto.
La segnalazione dell’ospedale e l’allarme sulla salma non ritirata
Il caso emerge quando dall’ospedale di Lagosanto arriva una comunicazione urgente. Gli operatori segnalano che la salma dell’anziana non è mai stata “ritirata” dall’obitorio. La notizia mette in allerta l’Amsef, poiché il funerale si è già svolto e la bara risulta tumulata da giorni. Si impone così un controllo immediato sull’intera procedura. L’estumulazione diventa inevitabile e conferma che il feretro sepolto non contiene alcun corpo.
La ricostruzione di Amsef e il ruolo dell’agenzia privata
Questa la ricostruzione di Amsef. Tutto inizia il 10 novembre, quando a Ferrara vengono celebrati i funerali di una donna di 86 anni deceduta all’Ospedale del Delta di Lagosanto in provincia di Ferrara. Alla famiglia era stato comunicato che la salma sarebbe rimasta all’ospedale sede del decesso fino alla celebrazione delle esequie. Dopo alcuni giorni però dall’ospedale della provincia arriva all’Amsef una comunicazione per sapere quando sarebbe avvenuto il “ritiro” del corpo della signora, che risultava ancora conservato nelle celle frigorifere, in attesa della sepoltura. Da qui scatta l’allarme per capire cosa fosse avvenuto.
Secondo la versione fornita da Amsef, l’agenzia privata incaricata del trasporto avrebbe portato in ospedale una bara già chiusa. Gli operatori comunali, trovando il feretro chiuso, lo avrebbero preso in carico senza verificare la presenza della salma all’interno. La cassa è stata quindi trasportata a Ferrara e impiegata per il rito funebre, generando la grave anomalia poi scoperta.
La catena di errori e le evidenti negligenze rivelano quanto sia fragile il sistema quando mancano verifiche formali e controlli incrociati.
La bara chiusa senza verificare che la salma fosse all’interno
L’estumulazione conferma definitivamente l’assenza della salma e dimostra che l’anomalia, inizialmente considerata probabile, è reale e gravissima. La salma della donna resta all’ospedale di Lagosanto in attesa delle procedure corrette per la sepoltura. L’episodio apre un dibattito urgente sulla necessità di protocolli più severi e di sistemi di controllo che impediscano errori simili.
L’esposto in Procura e le verifiche interne di Amsef
Amsef presenta un esposto alla Procura della Repubblica, che ora indaga sull’intera catena degli eventi. La società avvia anche un’indagine interna per identificare le responsabilità. In una nota ufficiale, l’azienda comunale dichiara che applicherà misure disciplinari se emergeranno omissioni o irregolarità. Le verifiche proseguiranno fino alla completa ricostruzione dei fatti e all’adozione delle misure correttive necessarie. Nel frattempo la EFI, una delle associazioni di categoria presenti sul territorio, ha ritenuto di intervenire con un proprio comunicato stampa in merito.
Andando oltre qualunque presa di posizione la vicenda dimostra, ancora una volta, quanto sia urgente rafforzare controlli, regolamenti, processi di verifica e formazione degli operatori nell’ambito delle attività funebri.
Ricordiamo ancora una volta che i servizi funebri sono servizi alla persona e in quanto tali meritano attenzione e cura.
Nel settore funerario solo con trasparenza, professionalità, formazione adeguata e protocolli di lavoro rigorosi è possibile tutelare davvero coloro che si trovano ad affrontare la morte: uno dei momenti di maggiore fragilità della vita.
Laura Persico Pezzino


















































































