Il prezzo del biglietto: riflessioni sulla vita e sulla morte di Andrea Camilleri.

“Il prezzo del biglietto” che contiene tutto. Quando nasciamo, ci viene consegnato un biglietto invisibile.
Un ticket, lo chiama Andrea Camilleri.
Un foglio misterioso, indecifrabile, in cui – secondo il maestro – è già scritto tutto.
Ogni amore, ogni malattia, ogni successo o caduta.
C’è scritto persino il giorno e l’ora della nostra morte.
È nel prezzo del biglietto, dice lui.
Eppure viviamo come se quel biglietto non esistesse.
Ci aggrappiamo all’illusione del controllo, dell’imprevisto come incidente, del tempo come illimitato.
La vecchiaia non è una sorpresa
Camilleri non accetta la tristezza che accompagna molti alla vecchiaia.
Non la capisce, la contesta.
“Non lo sapevi che si invecchia?” chiede, con quella lucidità spiazzante che lo ha sempre contraddistinto.
Per lui l’invecchiamento non è una tragedia.
È una tappa, una stazione già indicata sul nostro percorso.
Un fatto da affrontare con la stessa consapevolezza con cui da giovani ci prepariamo alla vita.
Ci alleniamo a vivere, studiamo, amiamo, rischiamo.
Allora, perché non prepararci anche alla fine?
Il prezzo del biglietto: la morte come parte del viaggio
Nella visione di Camilleri, la morte non è una nemica.
Non è neppure una sorpresa.
È scritta nel biglietto, dice.
E se accettiamo questa semplice verità, allora non c’è spazio per la disperazione.
L’accettazione non è rassegnazione.
È comprensione profonda della natura delle cose.
Tutto ha un inizio e una fine.
E proprio perché c’è una fine, ogni attimo acquista valore.
Prepararsi con lucidità e senza paura
“Ti devi preparare a tutto”, ammonisce Camilleri.
La preparazione non è solo logistica, ma soprattutto interiore.
Significa educarsi a dare senso a ciò che finisce.
Allenarsi alla leggerezza di chi sa che ogni momento è irripetibile.
Significa anche affrontare la morte con dignità, senza negarla, senza farne un tabù.
La morte, in questa visione, non annulla la vita: la completa.
E ci ricorda che ogni giorno è un dono, non un diritto.
Andrea Camilleri ci lascia parole che scavano.
Non consola, non addolcisce.
Ma apre gli occhi, con l’affetto ruvido del saggio maestro.
Ci insegna a non avere paura di ciò che è naturale.
A non essere ingenui davanti al tempo.
E, soprattutto, a vivere pienamente proprio perché il biglietto ha un prezzo.
Un prezzo che rende tutto più prezioso.
Laura Persico Pezzino
“Il prezzo del biglietto” che contiene tutto. Quando nasciamo, ci viene consegnato un biglietto invisibile.
Un ticket, lo chiama Andrea Camilleri.
Un foglio misterioso, indecifrabile, in cui – secondo il maestro – è già scritto tutto.
Ogni amore, ogni malattia, ogni successo o caduta.
C’è scritto persino il giorno e l’ora della nostra morte.
È nel prezzo del biglietto, dice lui.
Eppure viviamo come se quel biglietto non esistesse.
Ci aggrappiamo all’illusione del controllo, dell’imprevisto come incidente, del tempo come illimitato.
La vecchiaia non è una sorpresa
Camilleri non accetta la tristezza che accompagna molti alla vecchiaia.
Non la capisce, la contesta.
“Non lo sapevi che si invecchia?” chiede, con quella lucidità spiazzante che lo ha sempre contraddistinto.
Per lui l’invecchiamento non è una tragedia.
È una tappa, una stazione già indicata sul nostro percorso.
Un fatto da affrontare con la stessa consapevolezza con cui da giovani ci prepariamo alla vita.
Ci alleniamo a vivere, studiamo, amiamo, rischiamo.
Allora, perché non prepararci anche alla fine?
Il prezzo del biglietto: la morte come parte del viaggio
Nella visione di Camilleri, la morte non è una nemica.
Non è neppure una sorpresa.
È scritta nel biglietto, dice.
E se accettiamo questa semplice verità, allora non c’è spazio per la disperazione.
L’accettazione non è rassegnazione.
È comprensione profonda della natura delle cose.
Tutto ha un inizio e una fine.
E proprio perché c’è una fine, ogni attimo acquista valore.
Prepararsi con lucidità e senza paura
“Ti devi preparare a tutto”, ammonisce Camilleri.
La preparazione non è solo logistica, ma soprattutto interiore.
Significa educarsi a dare senso a ciò che finisce.
Allenarsi alla leggerezza di chi sa che ogni momento è irripetibile.
Significa anche affrontare la morte con dignità, senza negarla, senza farne un tabù.
La morte, in questa visione, non annulla la vita: la completa.
E ci ricorda che ogni giorno è un dono, non un diritto.
Andrea Camilleri ci lascia parole che scavano.
Non consola, non addolcisce.
Ma apre gli occhi, con l’affetto ruvido del saggio maestro.
Ci insegna a non avere paura di ciò che è naturale.
A non essere ingenui davanti al tempo.
E, soprattutto, a vivere pienamente proprio perché il biglietto ha un prezzo.
Un prezzo che rende tutto più prezioso.
Laura Persico Pezzino