Cimiteri strani nel mondo: viaggio-racconto tra riti e misteri.

Cimiteri strani nel mondo: ci sono luoghi in cui la morte smette di essere solo un addio e diventa racconto.
Un racconto inciso nella pietra, sospeso nel silenzio, custodito nei gesti e nei riti di chi resta.
Nel mondo, esistono cimiteri che rompono gli schemi, che non seguono le regole della compostezza o della discrezione.
Luoghi sorprendenti, talvolta inquieti, talvolta delicati, ma sempre intensamente umani.
Camminare tra le Catacombe dei Cappuccini di Palermo, ad esempio, non significa soltanto visitare un cimitero.
È un viaggio nel tempo.
Un dialogo diretto con corpi mummificati che raccontano gli usi e i sentimenti di un’intera epoca.
Lì, il legame tra vivi e morti è così forte da aver spinto le famiglie a mantenere i corpi visibili, presenti, quasi familiari anche dopo la fine.
E se in Italia il culto si esprime nel contatto visivo, in Perù, tra le sabbie della necropoli di Chauchilla, le mummie si presentano rannicchiate, come in attesa di una rinascita.
Una visione che parla della morte come passaggio, come ritorno.

Necropoli di Chauchilla
Dall’Africa all’Asia: l’anima dei riti funebri
In Tunisia, l’antico Santuario di Thopet custodisce un passato doloroso.
Le sepolture di bambini sacrificati raccontano di credenze forti e dure, dove il lutto si mischiava al senso di colpa e alla preghiera.
Anche questo è uno dei cimiteri strani nel mondo, dove il dolore si stratifica nella storia.
Nelle Filippine, invece, i defunti della tribù Igorot riposano sospesi nel vuoto.
Le bare incastonate nella roccia della montagna vegliano sul villaggio dall’alto.
Un gesto d’amore e rispetto, pensato per mantenerli il più vicino possibile agli spiriti degli antenati.
Più macabra è l’atmosfera delle catacombe di Parigi.
Qui le ossa di milioni di persone sono diventate pareti, sculture, disegni geometrici.
Un’architettura della morte che lascia senza parole.

Catacombe di Parigi
La morte come specchio della vita
Dai villaggi russi della “città dei morti”, con le loro case-tomba, al vecchio cimitero ebraico di Praga, dove le tombe si accavallano per mancanza di spazio, ogni cultura riflette la morte attraverso le proprie priorità e paure.
E poi c’è un luogo che sorride alla morte, letteralmente.
A Săpânţa, in Romania, esiste il Cimitirul Vesel, il cimitero allegro.
Le croci in legno sono dipinte di azzurro e raccontano, con ironia e colore, la vita dei defunti.
Ogni lapide è accompagnata da versi in rima e illustrazioni vivaci.
Qui la morte non viene temuta, ma accolta con leggerezza, quasi con complicità.
Un ultimo saluto che fa sorridere.
Vania Pillepich
Cimiteri strani nel mondo: ci sono luoghi in cui la morte smette di essere solo un addio e diventa racconto.
Un racconto inciso nella pietra, sospeso nel silenzio, custodito nei gesti e nei riti di chi resta.
Nel mondo, esistono cimiteri che rompono gli schemi, che non seguono le regole della compostezza o della discrezione.
Luoghi sorprendenti, talvolta inquieti, talvolta delicati, ma sempre intensamente umani.
Camminare tra le Catacombe dei Cappuccini di Palermo, ad esempio, non significa soltanto visitare un cimitero.
È un viaggio nel tempo.
Un dialogo diretto con corpi mummificati che raccontano gli usi e i sentimenti di un’intera epoca.
Lì, il legame tra vivi e morti è così forte da aver spinto le famiglie a mantenere i corpi visibili, presenti, quasi familiari anche dopo la fine.
E se in Italia il culto si esprime nel contatto visivo, in Perù, tra le sabbie della necropoli di Chauchilla, le mummie si presentano rannicchiate, come in attesa di una rinascita.
Una visione che parla della morte come passaggio, come ritorno.

Necropoli di Chauchilla
Dall’Africa all’Asia: l’anima dei riti funebri
In Tunisia, l’antico Santuario di Thopet custodisce un passato doloroso.
Le sepolture di bambini sacrificati raccontano di credenze forti e dure, dove il lutto si mischiava al senso di colpa e alla preghiera.
Anche questo è uno dei cimiteri strani nel mondo, dove il dolore si stratifica nella storia.
Nelle Filippine, invece, i defunti della tribù Igorot riposano sospesi nel vuoto.
Le bare incastonate nella roccia della montagna vegliano sul villaggio dall’alto.
Un gesto d’amore e rispetto, pensato per mantenerli il più vicino possibile agli spiriti degli antenati.
Più macabra è l’atmosfera delle catacombe di Parigi.
Qui le ossa di milioni di persone sono diventate pareti, sculture, disegni geometrici.
Un’architettura della morte che lascia senza parole.

Catacombe di Parigi
La morte come specchio della vita
Dai villaggi russi della “città dei morti”, con le loro case-tomba, al vecchio cimitero ebraico di Praga, dove le tombe si accavallano per mancanza di spazio, ogni cultura riflette la morte attraverso le proprie priorità e paure.
E poi c’è un luogo che sorride alla morte, letteralmente.
A Săpânţa, in Romania, esiste il Cimitirul Vesel, il cimitero allegro.
Le croci in legno sono dipinte di azzurro e raccontano, con ironia e colore, la vita dei defunti.
Ogni lapide è accompagnata da versi in rima e illustrazioni vivaci.
Qui la morte non viene temuta, ma accolta con leggerezza, quasi con complicità.
Un ultimo saluto che fa sorridere.
Vania Pillepich