Ritrovata una tomba etrusca inviolata da oltre 2.600 anni.

Una tomba etrusca perfettamente sigillata, rimasta intatta per oltre ventisei secoli, è stata scoperta a Barbarano Romano (VT).
Lo straordinario ritrovamento si deve alla Baylor University del Texas, sotto la direzione del professor Davide Zori, archeologo e docente presso l’ateneo statunitense.
Per la scoperta è stata fondamentale la collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, guidata dall’architetto Margherita Eichberg.
Un ritrovamento, definito “unico nel suo genere”, destinato a riscrivere la storia del mondo funerario etrusco.

Una tomba rimasta inviolata per 2.600 anni
La tomba, databile tra il VII e il VI secolo a.C., è stata rinvenuta sull’altopiano di San Giuliano, in un’area ricca di necropoli rupestri.
Sigillata da una lastra di tufo rimasta intatta per oltre due millenni, la camera sepolcrale è stata riaperta dopo millenni di silenzio.
Al suo interno, il team di ricerca ha trovato:
- Resti di quattro individui adagiati su letti scolpiti nel nenfro, la pietra tipica locale.
- Un corredo funerario eccezionale: circa 75 vasi ceramici decorati, un bacile in bronzo, dieci fibule in bronzo, due in ferro, due punte di lancia in ferro, fermatrecce in argento, un copricapo in cuoio, una fuseruola, e perle in pasta vitrea.
“È un evento eccezionale – spiega il professor Zori – poiché la tomba non risulta violata né in epoca romana né moderna, un caso rarissimo nella storia dell’archeologia etrusca”.
La tecnologia al servizio della scoperta
Una combinazione di tecniche avanzate ha permesso di individuare la tomba:
- Censimento sistematico delle tombe nella necropoli.
- Indagini con georadar, che hanno suggerito la presenza di una via funeraria sotterranea.
Lo scavo ha confermato l’intuizione, portando alla luce una delle tombe etrusche più significative scoperte negli ultimi decenni.

La collaborazione tra Virgil Academy e Baylor University
Il successo di questa missione si deve anche alla Virgil Academy, ente filantropico fondato da Gianni Profita, rettore dell’Università UniCamillus.
Dal 2016 la Virgil Academy detiene la concessione ministeriale per gli scavi nell’area, operando con la Baylor University nell’ambito del progetto internazionale Sgarp (San Giuliano Archaeological Research Project).
“Il nostro obiettivo – spiega Gianni Profita – è rendere accessibile il patrimonio archeologico italiano alle università internazionali, favorendo la ricerca e valorizzando il territorio”.
Uno sguardo al futuro
Sebbene la camera sepolcrale sia stata interamente portata alla luce, lo studio del materiale recuperato è appena iniziato.
Gli archeologi ora analizzano il corredo e i resti scheletrici per comprendere meglio:
- Le pratiche funerarie etrusche.
- Le dinamiche sociali delle famiglie sepolte.
- I collegamenti commerciali suggeriti dagli oggetti rinvenuti.
Secondo il team di esperti, questa scoperta fornisce informazioni preziose sul ruolo del rito funerario nella civiltà etrusca e sull’evoluzione del paesaggio sacro dell’Etruria meridionale.
Una tomba etrusca perfettamente sigillata, rimasta intatta per oltre ventisei secoli, è stata scoperta a Barbarano Romano (VT).
Lo straordinario ritrovamento si deve alla Baylor University del Texas, sotto la direzione del professor Davide Zori, archeologo e docente presso l’ateneo statunitense.
Per la scoperta è stata fondamentale la collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, guidata dall’architetto Margherita Eichberg.
Un ritrovamento, definito “unico nel suo genere”, destinato a riscrivere la storia del mondo funerario etrusco.

Una tomba rimasta inviolata per 2.600 anni
La tomba, databile tra il VII e il VI secolo a.C., è stata rinvenuta sull’altopiano di San Giuliano, in un’area ricca di necropoli rupestri.
Sigillata da una lastra di tufo rimasta intatta per oltre due millenni, la camera sepolcrale è stata riaperta dopo millenni di silenzio.
Al suo interno, il team di ricerca ha trovato:
- Resti di quattro individui adagiati su letti scolpiti nel nenfro, la pietra tipica locale.
- Un corredo funerario eccezionale: circa 75 vasi ceramici decorati, un bacile in bronzo, dieci fibule in bronzo, due in ferro, due punte di lancia in ferro, fermatrecce in argento, un copricapo in cuoio, una fuseruola, e perle in pasta vitrea.
“È un evento eccezionale – spiega il professor Zori – poiché la tomba non risulta violata né in epoca romana né moderna, un caso rarissimo nella storia dell’archeologia etrusca”.
La tecnologia al servizio della scoperta
Una combinazione di tecniche avanzate ha permesso di individuare la tomba:
- Censimento sistematico delle tombe nella necropoli.
- Indagini con georadar, che hanno suggerito la presenza di una via funeraria sotterranea.
Lo scavo ha confermato l’intuizione, portando alla luce una delle tombe etrusche più significative scoperte negli ultimi decenni.

La collaborazione tra Virgil Academy e Baylor University
Il successo di questa missione si deve anche alla Virgil Academy, ente filantropico fondato da Gianni Profita, rettore dell’Università UniCamillus.
Dal 2016 la Virgil Academy detiene la concessione ministeriale per gli scavi nell’area, operando con la Baylor University nell’ambito del progetto internazionale Sgarp (San Giuliano Archaeological Research Project).
“Il nostro obiettivo – spiega Gianni Profita – è rendere accessibile il patrimonio archeologico italiano alle università internazionali, favorendo la ricerca e valorizzando il territorio”.
Uno sguardo al futuro
Sebbene la camera sepolcrale sia stata interamente portata alla luce, lo studio del materiale recuperato è appena iniziato.
Gli archeologi ora analizzano il corredo e i resti scheletrici per comprendere meglio:
- Le pratiche funerarie etrusche.
- Le dinamiche sociali delle famiglie sepolte.
- I collegamenti commerciali suggeriti dagli oggetti rinvenuti.
Secondo il team di esperti, questa scoperta fornisce informazioni preziose sul ruolo del rito funerario nella civiltà etrusca e sull’evoluzione del paesaggio sacro dell’Etruria meridionale.


















































































